Combattono tra le dita dei piedi, nell’ombelico, dentro le narici, combattono nel didietro, sotto le ascelle, dentro le orecchie e in bocca, non c’è luogo nascosto, non c’è palmo, non c’è poro, nelle cui profondità non combattano l’uno contro l’altro all’ultimo sangue.
Si aboliscono tutte le armi, e durante la prossima guerra non sarà consentito altro che mordere.
Troppo poco abbiamo studiato i cani: sono la quintessenza dell’”umano”, e quanto disumano è questo.
Chi adora il successo è comunque perduto: se lo ottiene, finisce per assomigliargli; se non lo ottiene, si strugge nel più falso degli aneliti.
La meraviglia vive del caso. Nella legge soffoca. Ormai riesce a ridere solo tra gli animali. Cercò di restare ragionevole all’inferno. La birra non ha più, per lui, il buon gusto di una volta: dal boccale sbircia la guerra.
In ciascuno di noi l’anima abita luoghi diversi: quest’uno ce l’ha nei polmoni, quell’altro nelle viscere; quest’una nel cuore e quell’altra nel sesso; in me si sente a suo agio nelle orecchie, più che da qualsiasi altra parte.
Gli attacchi di panico giungono con una regolarità che li rende sospetti: ci sono attacchi mensili, attacchi settimanali, attacchi diurni e notturni.
Si annunciano, come esistessero semplicemente per segnare il tempo.
Testi tratti da Aforismi per Marie-Louise (Adelphi)
la Repubblica, 13 febbraio 2015