Corte dei Conti: “Crisi e corruzione circolo vizioso”

10 Febbraio 2015

“Crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in uncircolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra”. Il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, ricorda che l’illegalità ha “effetti devastanti” sull’attività di impresa e quindi sulla crescita”. “Il perdurare a lungo di condizioni di bassa crescita, se non di stagnazione – ha osservato Squitieri – oltre a moltiplicare le difficoltà di gestione del bilancio pubblico e quindi di implementazione degli interventi necessari per affrontare la crisi, predispone un terreno favorevole a fenomeni di mala gestio e di corruzione”.

Passando alle cifre, il primato negativo per le spese iregolari spetta alle Regioni. Circa 2/3 di quelle finite sotto la lente della Corte di Conti fanno infatti riferimento agli enti territoriali, e in particolari alle Regioni del Sud che da sole arrivano al 60,4% delle irregolarità rilevate, la relazione della magistratura contabile. Il dato del meridione è condizionato da “vari fattori negativi” che, spiega la Corte, sono connessi anche alla “presenza sul territorio della criminalità organizzata ed a un più marcato ritardo nella crescita economica rispetto alle altre aree”. Nell’ambito dei Fondi strutturali, il Fesr è quello per il quale sono individuabili i più alti importi di spesa irregolare, pari a 17,8 milioni di euro. Le Regioni nelle quali si registrano i maggiori importi sono: la Calabria (7,7 milioni), la Campania (3,3 milioni), la Toscana (2,4 milioni) e la Sardegna (2,3 milioni).

Crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra”. Il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, ricorda che l’illegalità ha “effetti devastanti” sull’attività di impresa e quindi sulla crescita”. “Il perdurare a lungo di condizioni di bassa crescita, se non di stagnazione – ha osservato Squitieri – oltre a moltiplicare le difficoltà di gestione del bilancio pubblico e quindi di implementazione degli interventi necessari per affrontare la crisi, predispone un terreno favorevole a fenomeni di mala gestio e di corruzione”.

Passando alle cifre, il primato negativo per le spese iregolari spetta alle Regioni. Circa 2/3 di quelle finite sotto la lente della Corte di Conti fanno infatti riferimento agli enti territoriali, e in particolari alle Regioni del Sud che da sole arrivano al 60,4% delle irregolarità rilevate, la relazione della magistratura contabile. Il dato del meridione è condizionato da “vari fattori negativi” che, spiega la Corte, sono connessi anche alla “presenza sul territorio della criminalità organizzata ed a un più marcato ritardo nella crescita economica rispetto alle altre aree”. Nell’ambito dei Fondi strutturali, il Fesr è quello per il quale sono individuabili i più alti importi di spesa irregolare, pari a 17,8 milioni di euro. Le Regioni nelle quali si registrano i maggiori importi sono: la Calabria (7,7 milioni), la Campania (3,3 milioni), la Toscana (2,4 milioni) e la Sardegna (2,3 milioni).

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I magistrati contabili puntano il dito contro due municipalizzate di Roma, Atac (trasporti) e Ama (rifiuti), parlando della “mala gestio” che in Italia “arriva a manifestarsi anche con assunzioni illegittime, prive di requisiti ovvero della stessa procedura concorsuale”. La procura regionale per il Lazio”, ha spiegato il procuratore generale Salvatore Nottola, “ha emesso un atto di citazione per un danno presunto di 15.004.612,27 euro per illegittima gestione delle modalità di assunzione del personale nell’azienda Atac dovuta alla mancanza di imparzialità e trasparenza nelle procedure di selezione e per l’inammissibilità della chiamata diretta”, ha aggiunto Nottola. “La stessa procura ha agito anche per un presunto danno di 7.948.102,53 euro per illegittime procedure di assunzione di circa 550 operatori ecologici (provincia di Roma Ama Spa)”.

Crisi e corruzione: effetti devastanti sulle imprese
Crisi economica e corruzione, ha spiegato ancora il presidente Squitieri, procedono “di pari passo, in un circolo vizioso nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra. La ricerca talvolta affannosa di strategie di uscita dalla crisi e la competizione esasperata per l’accesso a risorse limitate – ha denunciato ancora Squitieri – favoriscono infatti la pratica di vie illecite ed attività illegali. Ciò si riversa, naturalmente negativamente, sull’efficienza del sistema complessivo, producendo effetti devastanti sull’allocazione delle risorse finanziarie ed umane e sulla creazione di condizioni favorevoli all’attività di impresa e quindi alla crescita dell’economia”.

“Il pericolo più serio per la collettività è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi. Non possiamo permettere che questo accada”, ha detto Squitieri rivolgendosi al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Il presidente della Corte dei Conti ha quindi invitato ad agire: “Non possiamo lasciare che prenda forza l’idea di una società incapace di compiere scelte collettive, di perseguire a livello di Amministrazione pubblica obiettivi concreti e di garantire un sistema di servizi efficiente e sostenibile”. Secondo Squitieri è quindi “prioritario riorganizzare le strutture dello Stato, puntando a che queste rispondano con rapidità e trasparenza ai bisogni dei cittadini”.

Economia, quadro fragile ma novità di rilievo
L’economia italiana è caratterizzata da un “quadro di estrema fragilità e di perdurante sfiducia degli operatori”. Tuttavia “si sono venuti ad innestare negli ultimi tempi elementi di novità di grande rilievo”, come il Quantitative easing, il ribasso del petrolio e la flessibilità Ue. Squitieri ha citato recenti previsioni secondo cui nel 2016 il livello del Pil italiano resterebbe di ben 7 punti al di sotto di quello del 2007, anno precedente allo scoppio della crisi. Tuttavia ci sono oggi “almeno quattro fattori che operano in direzione di una consistente modifica dello scenario di riferimento”: la caduta del prezzo del petrolio, il deprezzamento dell’euro, la maggiore flessibilità europea, il quantitative easing della Bce.

L’impatto sull‘economia dovrebbe essere positivo, anche se, ha precisato il precisato il presidente della Corte dei Conti, “il quadro che si prospetta è assai composito e difficile da decifrare o da leggere in modo unidirezionale”. Ad esempio, per quanto riguarda il ribasso del petrolio, “anche se è più probabile che prevalganoeffetti propulsivi sul Pil, non si può escludere che l’ulteriore spinta alla discesa dei prezzi possa invece accentuare ildeterioramento delle aspettative e portare a nuovi rinvii delle decisioni di spesa e di investimento”.

Un fenomeno “negativo” per Squitieri “le ripetute proroghe e rinnovi nell’importante settore dell’attività negoziale pubblica”. L’affidamento per periodi lunghi allo stesso soggetto di opere, servizi o forniture non sempre infatti “risulta corrispondere a canoni di efficienza, trasparenza ed economicità, anche generando alterazioni del regime concorrenziale, sempre più peraltro tutelato dal diritto comunitario”.

ilfattoquotidiano.it

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