Libertà e Giustizia parla di una svolta autoritaria, inaccettabile se in ballo c’è la democrazia parlamentare, la Costituzione. Sandra Bonsanti, da qualche lustro guida l’associazione, ma fu anche tra i pochi giornalisti a prendere le distanze da quella che era la grande ubriacatura del craxismo. Lo faceva a testa alta. Ieri, come oggi. Perché il disegno di Renzi non è dissimile da quello di Giuliano Amato e Bettino Craxi.
Chi lo guida il Paese?
Non lo so, non lo sappiamo più. Questo è un governo che nasce su un vizio elettorale chiamato Porcellum, creato su una presunta emergenza e riformato nelle sue componenti strada facendo. Sicuramente è una questione di larghe intese.
Due nomi?
A sentire i toni ci sono due leader, uno si chiama Matteo Renzi, l’altro Silvio Berlusconi. Che appena vede muoversi qualcosa che non è di suo gradimento parla di patti traditi. Piacerebbe sapere che patti siano. Ufficialmente per una legge elettorale: l’evidenza delle cose ci dice che non è solo quello. L’accordo è quello di prendere e buttare mezza Costituzione nel cestino. Mi chiedo se alla fine cambieranno anche la firma, che non sarà più quella di Enrico De Nicola e Umberto Terracini. Probabilmente la firmeranno Boschi e Verdini. O meglio ancora, Renzi e Berlusconi. Quello che ci preoccupa è il disegno che muove i passi molto prima di ieri o l’altro ieri.
Cioè?
Quando J.P. Morgan dice che è obsoleta la nostra carta costituzionale invita a nozze le larghe intese, offre il pretesto per parlare di riforme. Poche settimane dopo Enrico Letta inizia l’accelerazione sull’articolo 138, oggi tocca a un terzo dell’intera costituzione. Un terzo che viene preso e buttato nel cestino. Poi toccherà magari all’autonomia della giustizia, all’articolo 101. E tutto nel silenzio assoluto. Loro dicono di aver ascoltato tutti.
Da voi è venuto nessuno?
No. Avranno ascoltato le associazioni che fanno riferimento a Luciano Violante, Franco Bassanini. Noi ci siamo espressi contro e non siamo stati ascoltati da nessuno. Solo dal Fatto Quotidiano.
Scoraggiati?
Abbiamo imparato a conoscere il clima da larghe intese. Io navigo tra la depressione e la rabbia. Credo che prevalga la seconda ragione. Tutti lì a spargere lacrime sul film che Veltroni ha dedicato a Enrico Berlinguer, ma per come l’ho conosciuto io Berlinguer si sarebbe fermato già alla forma, alle parole molto fuori luogo che vengono usate. Per non parlare della sostanza. Cosa vogliono dire questi quando “manderanno a casa tutti”? Che sconfiggeranno gli “uccelli del malaugurio”, i “gufi”. Inaccettabile.
Senza legittimazione alcuna.
Appunto. Neppure quella elettorale. Quando De Gaulle, e non Renzi, mise mano alla Costituzione chiese il parere due volte attraverso un referendum consultivo. Due volte.
Esiste una via d’uscita?
Presentarsi in una campagna elettorale con un programma per le riforme e prendere voti.
Complice il Quirinale?
Sicuramente il Colle ha giocato la sua parte, questa ormai è la storia. Siamo passati da una repubblica parlamentare al semipresidenzialismo. E credo anche che questo presumibilmente sarà anche il dopo. Non oso immaginare chi possa arrivare dopo Napolitano, ma penso più verosimilmente che chiedano a gran voce Amato o, che ne so, Gianni Letta, piuttosto che Romano Prodi. E’ l’ultimo anello mancante. Poi sarà accaduto quello che noi e pochi altri, incluso il Fatto, cerchiamo di evitare. Oggi hanno aderito anche Barbara Spinelli e Maurizio Landini. Ci siamo. Con diverse idee e linguaggio ma siamo qui a difendere la democrazia.
Don Ciotti nei giorni scorsi ha affermato:
> “…non si può rimanere prigionieri di parole e riti retorici senza mai trovare il momento dell’agire!”
> “…non si può continuare a commuoverci ogni tanto e muoverci mai!”
La riflessione
Costruire la rivoluzione
16 giugno 2011 – 47 Commenti »
Sandra Bonsanti
https://libertaegiustizia.it/2011/06/16/costruire-la-rivoluzione/
…”Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie.
Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.”
il Fatto Quotidiano: “Esiste una via d’uscita?”
Sandra B.: “Presentarsi in una campagna elettorale con un programma per le riforme e prendere voti.”
(io)
NO! Non è quella la Via d’Uscita! Non passa più dalle promesse elettorali storicamente sempre tradite!
Passa necessariamente dalla Rivoluzione Costituzionale e Gloriosa, nonviolenta, legale, risolutiva, aggregante nel segno dell’Arco Costituzionale, che univa Uomini Probi formatisi nell’Antifascismo e nella Resistenza.
La Vera Via Maestra
> I Padri Costituenti ci hanno lasciato nella Carta, la possibilità di determinare il nostro futuro, non solo delegando 1.000 persone alla produzione delle leggi che avrebbero dovuto guidare il Paese ed il suo Popolo verso un progresso continuo, ma anche agendo “Direttamente” qualora i delegati si fossero rivelati incapaci o indegni.
> L’hanno fatto con gli articoli di democrazia diretta propositiva 71 e 50, che non hanno prodotto nulla finora in virtù dell’arroganza della casta e della “distrazione” della Cittadinanza e delle sue migliori espressioni che non hanno colto e valorizzato questo strumento di efficacia assoluta.
> Perchè è facile intuire come la “proposta di legge di iniziativa popolare” (art. 71) e la “petizione popolare” (art. 50) brandite non da piccoli gruppi di Cittadini, ma dal “Popolo Sovrano”, enunciato spesso richiamato, ma sempre astrattamente, non lascerebbe al Parlamento “delegato” altra scelta che discutere ed approvare quanto elaborato e presentato dal Sovrano della Repubblica, il Popolo “delegante”. A rafforzarne l’azione, se ce ne fosse la necessità, l’art. 40, il diritto di sciopero da esercitare anche assediando i palazzi, come la storia del “Conclave” ricorda e insegna.
> E’ ancora facile intuire come proposte di legge e di riforma elaborate dalla migliore elite della Società Civile, che a me piace definire con l’allocuzione “Rodotà e i suoi fratelli”, andrebbero sicuramente verso il Bene Comune della Cittadinanza, molto più e meglio di quanto elaborato dai partiti per il proprio tornaconto elettorale e di gestione del potere, ma anche per la loro conclamata mediocrità, e molto altro peggio, espressa nel tempo.
> Orbene, qual’è la misura che realizza la Sovranità Popolare? Non certo le 50mila firme richieste dall’art.71 e neppure le 350mila raccolte da Grillo nell’ultimo tentativo di qualche anno fa. Ma l’art. 75, il referendum, ci dice indirettamente che si determina col 25% + uno degli aventi diritto al voto alla camera, circa 12 milioni.
> Non è un numero assurdo: l’astensionismo volontario supera i 10 milioni, il voto “contro” raccolto dal M5S circa 9, il rifiuto e il disprezzo dell’offerta politica, come rileva la demoscopea indipendente, arriva al 95% della Cittadinanza, così come l’indignazione. Sentimento che in quel modo potrebbe evolversi e liberarsi in una SACROSANTA RIBELLIONE COSTRUTTIVA.
> E certamente non si può mobilitare il Popolo Sovrano per una sola legge, ma per un insieme tale da giustificarlo: 10/15 leggi e riforme, le più attese dalla Cittadinanza, le più promesse e disattese dalla politica, redatte in articoli dai loro qualificati estensori, sottoscritte singolarmente da 60mila elettori secondo il 71 e inserite in un contenitore appellato “Le Tavole delle Leggi della Società Civile”, per poi lanciare la petizione secondo l’art. 50 e realizzare nel modo più semplice la Sovranità Popolare.
> Ovvero: RIVOLUZIONE COSTITUZIONALE e GLORIOSA, nonviolenta e risolutiva come la 2a rivoluzione inglese del 1688, detta appunto “Gloriosa”. Per ottenere riforme, per riaffermare la Sovranità Popolare, per ritrovare la Dignità di Cittadinanza, per abbattere l’arroganza della casta e di ogni altra lobby e blindare la Carta da ogni attacco lesivo del suo spirito originario e autentico, ma non dagli opportuni aggiornamenti
> E poi tornare alla Democrazia Delegata con la nuova legge elettorale e la Lista Civica Nazionale Riformatrice con Persone riconducibili a “Rodotà e Fratelli” per continuare in un Parlamento rinnovato nella qualità media, l’opera avviata sul territorio.
> Il prof. S. Settis ha pubblicato un libro dal titolo “Azione Popolare. Cittadini per il Bene Comune” , che avvicina, tratta e nobilita questo “modus operandi” e altri illustri cattedratici hanno apprezzato.
> Per chi volesse interloquire esiste un maggior dettaglio. A tutti auguri per un Paese migliore!
> Paolo Barbieri, cittadino semplice.”
>
Grillo ha accolto e rilanciato l’appello, e 150 parlamentari 5Stelle difendono da soli in Parlamento la COstituzione. LEG piuttosto, anche in questo articolo denuncia poteri semipresidenziali di NApolitano ma sul tema dell’eccesso di potere del Capo dello Stato, non solo ha lasciato soli i grillini, ma ha negato le loro ragioni. Per poi continuare a dire, come ora, che questa e’ di fatto una repubblica presidenziale. Non guasterebbe un po’ piu’ di coerenza e di volonta’ di collaborare con l’unica forza politica sensibile, invece di paragonare la fedina penale di grillo a quella di berlusconi, come ha fatto Lorenza Carlassare ossia una che l’anno scorso era nella banda-sfasciaCostituzione di Quagliariello, avallando fin dall’inizio lo scellerato progetto.
La riflessione
Costruire la rivoluzione
16 giugno 2011 – 47 Commenti »
Sandra Bonsanti
https://libertaegiustizia.it/2011/06/16/costruire-la-rivoluzione/
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