Il programma di Berlusconi

19 Febbraio 2014

Pubblichiamo il testo della dichiarazione alla stampa di Silvio Berlusconi al termine della consultazione con Matteo Renzi, presidente incaricato.

Berlusconi-renziCol presidente incaricato abbiamo discusso molti temi che governo e Parlamento dovranno affrontare per quanto riguarda sia la legislazione normale sia per quanto riguarda la riforma degli assetti istituzionali del paese. Il paese ha assolutamente bisogno di diventare un paese governabile, cosa che oggi non è. Lo posso dire avendo avuto responsabilità di governo per più di 9 anni e, o anche come è successo che i nostri padri costituenti dopo un periodo di regime, temendo che potessero riformarsi le condizioni che avevano permesso il regime, nell’attribuzione dei poteri non assegnarono nessun potere al Presidente del consiglio, al Consiglio dei ministri ma divisero il potere tra le assemblee parlamentari, la Corte Costituzionale e il Capo dello Stato.

Il Presidente del consiglio ha la possibilità di esprimere un ruolo di rappresentanza, ma, stringi stringi, alla fine come vero potere ha soltanto quello di stendere l’ordine del giorno del successivo Consiglio dei Ministri. Il Consiglio dei ministri non può usare direttamente lo strumento che tutti i governi occidentali usano per intervenire con efficacia e tempestivamente sulle esigenze che si manifestano nella società perché il decreto legge dipende dall’autorizzazione ma sempre anche, per la mia esperienza lo posso dire bene, del Presidente della repubblica.

Credo che sia assolutamente importante rivedere questo assetto costituzionale per dare al Presidente del consiglio gli stessi poteri dei suoi colleghi nelle democrazie occidentali e al Consiglio dei ministri la possibilità di agire attraverso lo strumento di azione normale della altre democrazie. Avete visto anche che noi abbiamo concordato per la riforma istituzionale del Senato, e anche qui faccio notare che c’è veramente una esigenza immediata e assoluta di avere una sola camera che approva i disegni di legge possibilmente ridotta nel numero dei componenti come noi avevamo già attuato nel 2006. Poi uno disgraziato referendum sostenuto ampiamente dalla sinistra annullò quelle riforme che oggi sarebbero già in vigore, se non ci fosse stato appunto quel referendum, e che sia dato anche a questa Camera unica che deve approvare il disegno di legge un tempo come oggi è dato ai decreti legge. Io penso che il tempo massimo che si possa dare è quello di 120 giorni.

Anche la Corte costituzionale va modificata, non si può lasciare al Capo dello stato la prerogativa di nominare 5 membri, oggi abbiamo una Corte costituzionale che da istituzione di garanzia sopra le parti si è trasformata in un organo politico della sinistra. 11 membri di sinistra contro 4 del centrodestra, perchè 3 consecutivi capi dello stato hanno mandato alla Corte dei loro vecchi amici di sinistra.

E poi un’altra delle riforme che saremmo disponibili, in cui crediamo assolutamente, è quella dell’elezione diretta del Presidente della repubblica da parte del popolo, da parte dei cittadini.

Ecco su queste riforme, anche su altre, la riforma del lavoro, delle pensioni, la riforma fiscale, la riforma della giustizia, noi abbiamo dato al presidente incaricato la nostra assoluta disponibilità a lavorare insieme e ad approvare in Parlamento queste riforme. Siamo invece, sulla gestione normale, opposizione. Una opposizione che deciderà di volta in volta come abbiamo già dimostrato in passato quando fummo all’opposizione, sui contenuti dei singoli provvedimenti. Se riterremo che i provvedimenti presentati dal governo saranno favorevoli al paese noi li voteremo, non li voteremo se riterremo invece che siano negativi per gli interessi degli italiani.

Siamo anche d’accordo sul fatto di un ringiovamimento della squadra di governo, ho avuto il piacere di incontrare un presidente incaricato che ha esattamente la metà dei miei anni e questo mi sembra un buon segnale per il futuro e per il rinnovamneto della classe dirigente.

Una delle cose importanti sulle cui ci siamo trattenuti è stata quella della necessità dell’approvazione secondo i tempi previsti della legge elettorale. Sulla legge elettorale non ci sono possibilità di cambiamenti perchè già è stata una discussione sofferta, e già abbiamo aderito a delle richieste per esempio sugli sbarramenti che sono scesi a dei livelli che noi pensavamo non dovessero essere così bassi.

Comunque il male del nostro paese l’ho già dichiarato diverse volte, è non solo la partenza degli assetti costituzionali a seguito del periodo fascista, ma il male primo è che noi italiani non abbiamo mai imparato a votare, frazioniamo il nostro voto e quindi siamo sempre molto distanti da quel sistema di governo di una democrazia che è il sistena bipolare, come hanno molti altri paesi in Europa, come ha soprattutto la maggiore democrazia del mondo che sono gli Stati Uniti d’America dove ci sono repubblicani e democratici, democratici e repubblicani.

Qui in Italia ancora si danno i voti per simpatia senza trasferire il ragionamento su quello che deve avvenire nel governo e in parlamento, c’è altresì un’altra legge che deve essere modificata ed è la legge che regola i tempi da assegnare a ogni partito politico alla radio e alla televisione durante le elezioni.

La legge in vigore è la par condicio, che va verso il frazionamento delle presenze in parlamento, esattamente il contrario di quello che ci sarebbe bisogno per dare un governo vero ed efficiente al Paese. Come sapete i due grandi partiti, Forza Italia e il Partito Democratico, hanno lo stesso tempo di qualunque partito che si affacci anche per la prima volta alla competizione elettorale. Questo porta naturalmente a un frazionamento dei voti e a un’estrema difficoltà nel governare il paese. Io l’ho detto, ma voglio insistere su questo tema perchè è fondamentale, noi non siamo riusciti, come d’altronde i cinque partiti della prima Repubblica che per fare una maggioranza e per esprimere un governo dovevano mettersi in cinque insieme; cinque partiti insieme con i grandi e i piccoli partiti non hanno mai trovato in cinquant’anni l’accordo per quelle riforme fondamentali per modernizzare il paese che sono le riforme che abbiamo ricordato: riforma della burocrazia, riforma del lavoro, riforma del fisco, riforma della giustizia. Noi non competiamo facilmente come paese con le altre democrazie e con gli altri sistemi economici anche europei proprio per questo dato di fatto, che siamo arretrati rispetto alla modernità degli altri; quindi anche sulla legge della par condicio io credo che varrà la pena di insistere per arrivare a una legge che consenta di avere ai grandi partiti durante le campagne elettorali uno spazio in radio e in televisione che corrisponda alla loro importanza numerica in parlamento.

Sulla politica estera ci siamo intrattenuti anche con la esperienza che ho acquisito, ho detto di non preoccuparsi sul semestre europeo affidato all’Italia prosimamente, il semestre europeo oggi è soltanto un fatto onorifico perchè precedentemente alla nomina di un presidente del consiglio dei capi di stato europei fisso, Herman Van Rompuy in questo momento, il presidente incaricato che era via via uno dei premier dei vari paesi doveva interessarsi di tutto, doveva stendere gli atti da sottoporre al consigio, ai vari colleghi e quindi doveva recarsi negli altri paesi o ricevere i colleghi. Oggi tutto questo ricade nella responsabilità del presidente stabile, il presidente del consiglio del paese che assume per sei mesi la cosiddetta presidenza ha soltanto l’onore di una sedia al fianco del presidente fisso. Quindi è una cosa che non deve dare nessuna preccupazione, non deve impedire nessuna attività del governo o del parlamento perchè è un fatto puramente onorifico.

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