I lavori della Commissione per le riforme costituzionali proseguono senza che l’opinione pubblica venga in alcun modo informata delle sue discussioni. E’ un metodo inammissibile. In materie come questa, che riguardano il destino della Repubblica, la pretesa dell’assoluta riservatezza confligge con l’esigenza democratica di una apertura che renda possibile un’attenzione vigile e un contributo da parte di tutti i cittadini interessati.
Basterebbe ricordare l’opposta scelta fatta dall’Unione europea per i lavori delle convenzioni alle quali era stata affidata la redazione della Carta dei diritti fondamentali e del Trattato costituzionale. E l’attuale opacità diventa ancora più inaccettabile viste le notizie riguardanti un’ambigua consultazione in Rete alla quale il testo delle riforme dovrebbe poi essere sottoposto che, riserve a parte sulla sua opportunità e le sue modalità, esigerebbe proprio un’ampia, diffusa e continua discussione sul testo sul quale dovrebbe esprimersi i cittadini.
Gaetano Azzariti (Convenzione per la Democrazia costituzionale)
Sandra Bonsanti (Libertà e Giustizia)
Luigi Ferrajoli (Comitati Dossetti)
Stefano Rodotà (Convenzione per la Democrazia costituzionale)
Gustavo Zagrebelsky (Libertà e Giustizia)