“Certamente i magistrati di Palermo non hanno scoperto tutte le carte sulle quali si basa il loro impianto accusatorio, e quindi sono curioso di conoscere nelle fasi processuali future il contenuto ‘delle varie e convergenti deposizioni testimoniali’ che se vengono poste alla base del giudizio di un comportamento, quanto meno discutibile, anzi, al limite della infedelta’, di un Capo dello Stato, non potranno che contenere fatti incontrovertibili e non soltanto opinioni o supposizioni”. E’ Michele Zolla a parlare, a pochi giorni dal primo anniversario della scomparsa, il 29 gennaio 2012, di Oscar Luigi Scalfaro. Sul sito di ‘Liberta’ e Giustizia’ viene pubblicata un’ampia intervista al consigliere di Oscar Luigi Scalfaro al Quirinale, per una sostanziale ‘operazione verita” sul tema del contrasto alla mafia e dell’inchiesta che ha tenuto banco per mesi. Afferma allora fra l’altro Zolla, gia’ deputato dc e vicepresidente della Camera, che “solo di recente, leggendo centinaia di pagine delle audizioni della commissione parlamentare Antimafia e decine di articoli ed interviste sulla vera o presunta trattativa Stato-mafia mi sono reso conto di quale valanga di accuse sia stata rovesciata addosso al presidente Scalfaro”.
“Non credo che una trattativa Stato-mafia, nel vero significato che si da’ a questa parola, ci sia stata”, dice ancora Zolla. “Lo stesso Martelli, sempre così sicuro nelle sue asserzioni, a pag.30 della sua deposizione all’Antimafia si definisce ‘molto circospetto nell’usare tale espressione'”, rileva ancora. “Altro caso e’ se organi dello Stato abbiano agito in forma autonoma ed autoreferenziale compiendo qualche passo oltre quanto loro consentito. Io pero’ – chiarisce – non ho elementi per pronunciarmi anche su questa seconda ipotesi. Sta alla capacita’ degli inquirenti ed ai giudici dare la risposta giusta”.
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