Messaggi al Pd

14 Settembre 2012

Molti i commenti all’articolo di Sandra Bonsanti “Ingiustificate certezze” ripreso anche da Repubblica.it con il titolo “Le domande di LeG al Pd”. Domande che soci e amici continuano a farsi e a fare al partito cui magari sono pure iscritti. Non abbiamo più bussole per orientarci – questo il senso comune dei commenti – e non esistono più linee guida che consentano di creare adesione, aggregazione, consenso.

Disorientamento, sfiducia, anche verso strumenti come le primarie, viste dai più come un ennesimo segnale di frammentazione, forse inutili, addirittura dannose, e poi, come spiega anche Patrizia Rettori sul nostro sito, chissà se mai si faranno, visto che non sappiamo con quale legge elettorale andremo a votare. Già, la legge elettorale, su cui i partiti non hanno ancora trovato un accordo e molti non capiscono il rifiuto del Pd nei confronti delle preferenze. “Sembrano aver paura che i candidati prediletti dall’apparato e messi in testa alla liste vengano spazzati via da un elettorato che ne ha abbastanza delle carriere politiche lunghe una vita”.
Mancanza di rinnovamento. Leader invecchiati dentro il Parlamento a dispetto delle stesse regole statutarie, poca apertura nei confronti di proposte che non provengano dalle stanze blindate del partito. C’è chi paragona la situazione attuale a quella del secondo dopoguerra quando forze molto diverse tra loro governarono l’Italia, ma mentre in quel periodo vi era una speranza di riscatto per le forze popolari e democratiche e la costituzione del ’48 ne era la bussola di riferimento, ora la sfiducia nella politica tout court sembra aver fatto breccia anche in coloro che si professano progressisti; la colpa non è solo del ventennio berlusconiano, che tanti danni ha fatto quasi quanto il ventennio mussoliniano, ma anche dell’incapacità della sinistra tutta intera che non è stata in grado di rinnovarsi e che ha mutato solo il guscio esterno delle proprie sigle e dei propri simboli.

Non si tratta di antipolitica, concordano tutti con LeG, ma di una pressante richiesta di buona politica.

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