Non ci rassegniamo al nulla di fatto, chiediamo che da subito nella legge elettorale siano inserite le misure previste nella legge anticorruzione, per avere un Parlamento al di sopra di ogni sospetto. E’ da un anno, da quando oltre un milione di firme vennero raccolte per abrogare il Porcellum… (il referendum fu poi dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale) che i partiti fingono di ricercare un’intesa per varare una buona riforma elettorale. Una richiesta che LeG ha avanzato già nel giugno 2010, con il suo appello “Mai più alle urne con questa legge” che raccolse 80.000 sottoscrizioni.
Anche in agosto i partiti di maggioranza hanno annunciato giorno dopo giorno di essere sul punto di trovare un’intesa, ma il comitato ristretto al Senato che si occupa di ricercare una sintesi tra le diverse proposte, continua a gettare la spugna, perché le forze politiche sono più preoccupate dei propri interessi piuttosto che di riconsegnare ai cittadini il potere di essere rappresentati. Contemporaneamente, la legge anticorruzione già approvata alla Camera nel giugno scorso, è in stallo al Senato per il veto del Pdl. Per unire le due leggi, quella elettorale e quella anticorruzione, LeG
propone di stralciare dal pacchetto anticorruzione l’articolo 10 sulla incandidabilità (nel Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, nelle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e di divieto di ricoprire le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, di presidente e di componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, di consigliere di amministrazione e di presidente delle aziende locali e delle istituzioni) e di inserirlo nelle norme sulla legge elettorale, in modo che possa essere applicato già nelle prossime elezioni.
Sulla capacità di proporre e realizzare la riforma elettorale, si misurerà la credibilità delle forze politiche al momento del voto.
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