Gli sherpa dei partiti che stanno scrivendo una nuova Costituzione hanno anche una parola d’ordine: “lavorare in silenzio”. E un motto: “O ora o mai più”.
A svegliarmi bruscamente dalla quiete nella quale mi cullavo pensando che i tempi della legislatura sono molto brevi e dunque non sarebbero stati sufficienti a far passare una legge costituzionale così ampia è stata la telefonata di un alto dirigente del Partito democratico. “Fai qualcosa, fate qualcosa perché questi vanno avanti”.
Nel frattempo è intervenuto anche Berlusconi con la sua scoperta del sistema francese. E l’incontenibile impulso a “imporre” una riforma gollista, destinata a limitare fortemente il potere del Parlamento e a consegnare a uno solo tutto il potere, senza consultare i cittadini. Granitico nel convincimento di esser lui ancora il solo e unico interprete della volontà popolare, autorizzato a disporne come meglio gli pare.
Sarà intanto utile che qualcuno ricordi al cavaliere e alla sua ciurma che persino De Gaulle, che era De Gaulle, sottopose il testo della Costituzione, redatto da una commissione di esperti, a un referendum prima che entrasse in vigore il 4 ottobre del ’58. E quando quattro anni dopo volle introdurre l’elezione diretta del presidente (che non era contenuta nella prima riforma) fece un nuovo referendum.
Questo è il sistema francese di cui straparla Berlusconi e che il Pd decide di “andare a vedere”.
Ma cosa vuoi andare a vedere? Che bisogno c’è di dire: fuori tutte le carte… non vi basta forse quello che già si sa? Pensate forse che sia una grande trovata strategica quella di far sapere che forse i tempi non ci sono, se ne può parlare un’altra volta, chissà… quindi, perché scoprire le nostre carte, tanto più che siamo divisi…
Siamo seri, è l’appello di LeG. Non andiamo nemmeno in aula ad ascoltare gli sherpa e i gollisti. Andiamo solo, ovviamente, a votare contro l’emendamento.
Per quanto mi riguarda non voterò alcun partito o alcuna lista che candidi chi oggi non prenda una posizione chiara e netta sulla Costituzione. Che non è certo immodificabile, come si sa e si ripete da tempo.
Ma che è l’unica cosa vera e sacra che ancora oggi ci resta, e che merita rispetto.
Così come gli italiani meritano che questa politica, per quanto screditata, dedichi il tempo a studiare soluzioni che tolgano dalla disperazione i cittadini colpiti dalla crisi.
Non è giusto baloccarsi o dedicarsi allo scempio della Costituzione quando la gente muore di fame.
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