No all’amputazione della Grecia

Ambasciatore Michael H. Gerdts,

come molti cittadini Italiani ed Europei siamo preoccupati per come alti rappresentanti del suo Governo sottovalutino le conseguenze dell’uscita della Grecia dall’Europa.

I prestiti concessi a questo Paese sono sottoposti a condizioni insostenibili, che hanno provocato povertà, sofferenza, frustrazione.
Inoltre, in questo piccolo Stato da dove proviene il gene della nostra Democrazia, l’esasperazione diffusa viene strumentalizzata da formazioni neo-naziste e da cellule violente di anarchici.
Eppure, c’è chi ha dichiarato che “l’uscita della Grecia dall’Europa non sarebbe un problema”.

Ambasciatore Gerdts, noi non siamo d’accordo.

L’Europa – la “nostra” Europa – non può rimanere inerte davanti alla cancrena sociale di un’intera nazione, per poi giustificarne l’amputazione.
Dobbiamo salvare la Grecia, darle più opportunità di recupero.
Ma soprattutto, farle sentire il sostegno di una Comunità che è più di una moneta.

Sappiamo che la Germania gioca un ruolo molto importante in questa complicata partita. Per questo le chiediamo di trasmettere al suo Governo la nostra richiesta pressante, affinché sia riconsiderata con maggiore apertura ogni possibilità di recupero e permanenza della Grecia nella nostra Europa.

Se questo non avverrà, vorrà dire che l’Europa non ha resistito alla sua prima vera prova, perché non crediamo più a questo progetto come i nostri padri.
Se questo avverrà, potremo dire di aver iniziato finalmente a costruire un’Europa vera – politica – perché abbiamo saputo superare uniti questa dura prova.

Con amicizia e passione per l’Europa.

Massimo Marnetto
Libertà e Giustizia di Roma

6 commenti

  • Valery Giscard d’Estaing affermò che “l’Europa senza la Grecia è come un bimbo senza il certificato di nascita”. Rattrista oggi vedere l’Unione Europea che esita ad aiutare con la finanza comune la Grecia per evitarle il fallimento. E pensare che la Grecia, che oggi costiturebbe una minaccia alla stabilità dell’Europa, con la sua filosofia fu la culla della civiltà occidentale. Ma la rimozione delle origini della nostra cultura operò già all’epoca della elaborazione di un Testo della Costituzione Europea, operazione fallita, tra altre criticità, anche per i problemi identitari (sic!) … causati dalla mancanza di riferimenti alle radici giudaico-cristiane della coscienza europea.

  • Caro sig. Marnetto, lei parla parla, ma intanto il mio vicino di casa (vivo in Grecia) che lavora in un ufficio pubblico alle 12,45 e’ a casa. Lo sbaglio piu’ grande e’ pensare che questi greci siano gli stessi di quelli che hanno inventato la democrazia. M ricorda il saluto romano dei tempi del fascismo.
    Cordiali saluti.

  • Da troppo lo dico e ripeto: via le banche e i loro sporchi giochi dalla UE!!! Sono loro che detengono in segreto il potere che si sono arrogate, dunque via loro ogni cosa riprenderà a funzionare.

    Volete tenerle? Corda e sapone sono là ad aspettarvi!

  • Il Sig. Piero cita dalla Grecia l’esempio del suo vicino che lavora poco.

    Occorre eliminare questi privilegi, piuttosto che mettere sul lastrico un popolo intero.

    Ci vorrebbe un po’ di tempo per fare riforme mirate; quel tempo che la UE “bancaria” della Merkel non vuole concedere.

    Ma il vento sta cambiando.
    E l’Europa dell’esclusione potrebbe presto diventare quella della coesione.

  • Sono assolutamente d’accordo solo che, purtroppo le forze e i poteri che hanno determinato questa situazione insostenibile della Grecia non sono solo in Germania: sono quei gruppi di tecnocrati e finanzieri che, fin dalla fine anni Novanta, hanno programmato e sistematicamente attuato la linea ultraliberista e ultramonetarista della politica europea…

  • Ho a cuore l’Europa e aspirerei a un governo comune dell’Unione
    Europea. La tenuta dell’Euro e della Grecia sono tasselli per questa
    speranza. Lunedi andrò in banca e con un po’ dei miei risparmi
    acquisterò dei titoli di stato greci. Spero che anche altri europei lo
    facciano e che questo contribuisca a rafforzare la fiducia dei
    “mercati” nella Grecia e nell’Euro. Penso che se si diffondesse un
    iniziativa spontanea dei risparmiatori europei in questo senso sarebbe
    una manifestazione, per quanto imperfetta, di democrazia.

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