Gli hanno chiesto (quasi) tutto. A Mario Monti. E’ presidente del consiglio da 54 giorni. Eppure l’opposizione (Lega, Di Pietro), parte della maggioranza (Pdl, Pd, Terzo Polo) malpancista, molti intellettuali e commentatori politici, i sindacati, cittadini semplici, hanno già messo Monti sul banco degli accusati perché non ha, in quattro e quattr’otto, approvato in consiglio dei ministri tutte le misure ritenute, a torto o a ragione, necessarie per salvare il paese dalla crisi e dallo spread che sale ancora.
Prima accusa: é troppo “sobrio”, troppo austero, troppo pacato. Ha lo stile di un professore, anzi di un “preside”…. Insomma è un premier serio e competente: non racconta barzellette oscene, non fa battute grossolane, non insulta i giornalisti e i magistrati in conferenza stampa, non si volta fischiando se una bionda primo ministro gli passa accanto, si presenta senza un filo di trucco, etc. etc.
Altra accusa: nella manovra di emergenza approvata dalle Camere alla vigilia di Natale, il governo non ha incluso una tassa patrimoniale a carico degli alti redditi ed ha colpito i soliti noti con la riforma del sistema pensionistico (che peraltro era stato auspicata e richiesta pubblicamente alla Ue dal già nostro premier Berlusconi a metà settembre). E’ naturalmente vero che nel decreto ‘salva Italia’ le misure ispirate all’equità sono davvero poche; tuttavia il ripristino dell’Ici-Imu ha effetto non solo sui piccoli risparmiatori ma tocca in misura importante i grandi proprietari di immobili. E le misure anti-evasione (tracciabilità dei pagamenti in contante, i dati sui movimenti bancari a disposizione del fisco) certamente sono temute soprattutto dai detentori di ricchezze occultate.
Così come è stato rimproverato al governo di non aver immediatamente (nello stesso decreto di emergenza) bloccato il cosiddetto ‘beauty contest’ per l’asta delle frequenze televisive. Ora sembra che sia matura la decisione di annullare la scelta del governo Berlusconi e di non concedere più gratis un bene pubblico raro.
Quindi, lasciando lavorare Monti, non tanto con calma e serenità, perché la situazione di emergenza non lo consente, ma almeno senza urla, condanne, ostacoli da parte della variegata maggioranza che lo sostiene, forse si avranno risultati apprezzabili. In realtà, da parte di molti commentatori e politici si dimentica un fondamentale dato di base: il governo Monti non è un esecutivo di sinistra o di centrosinistra. Si è formata una coalizione di emergenza. Nasce con il consenso del Pdl e non potrebbe politicamente vivere senza il voto di Berlusconi (dispiace, ma purtroppo è così). Molti dimenticano questo…dettaglio, nel momento in cui chiedono a Monti perché non ha imposto una patrimoniale o non ha annullato subito l’asta gratuita delle frequenze. La risposta è abbastanza chiara: il Pdl – che è ancora il partito di maggioranza in Parlamento – non avrebbe dato il consenso. E Monti sarebbe tornato a casa, perché lui, da solo, col suo governo, non può decidere nulla. Il paese sarebbe quindi chiamato a quel voto (con la legge elettorale ‘porcata’ di Calderoli, per massimo sfregio!) che il presidente Napolitano giudicò “un azzardo pesante”, sotto la pressione dei mercati finanziari e della crisi economica. D’altronde che il Pdl sopporti a malapena certe scelte di Monti, dei suoi ministri e della nuova amministrazione è risultato evidente in modo emblematico dopo il blitz compiuto a Cortina dall’ufficio delle entrate l’ultimo dell’anno alla ricerca di evasori: il presidente di Equitalia Befera è adesso considerato poco meno che un provocatore, e i vari Cicchitto, Napoli, Santanchè e altri hanno protestato perché si criminalizza la ricchezza. “Stato di polizia tributaria!”. Mentre è davvero azzeccata la riflessione del professor Monti sugli ” evasori che mettono le mani nelle tasche dei concittadini fedeli contribuenti”.
Abbiamo detto che a Monti hanno chiesto quasi tutto in questi due mesi scarsi di governo: anche di non aver ancora tagliato le spese delle Forze Armate, sospeso l’acquisto di 131 cacciabombardieri, imposto alle Camere di ridurre gli emolumenti dei parlamentari (peraltro non nelle competenze dei ministri). Si doveva quanto
meno annunciare i provvedimenti in 54 giorni e poi approvarli (sempre col voto Pdl). E insieme a ciò il programma “Crescita Italia” e la riforma del mercato del lavoro (con l’accordo dei sindacati e il voto anche del Pd) e le liberalizzazioni. Impresa titanica per chiunque quella di risanare e modernizzare il paese, e che al già nostro premier Berlusconi non è riuscita né in due mesi, né nella legislatura corrente e neppure in 17 anni. Ma al Cavaliere bastava dire che i conti sono in ordine, l’Italia ha superato la crisi meglio degli altri, i ristoranti sono pieni, non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani, e tutto si aggiustava. Così, anche per colpa di chi ha negato la realtà e per anni ha illuso gli italiani, siamo arrivati sempre più vicini alla Grecia.
Adesso si fa osservare che Monti non ha ancora (di nuovo!) fatto il miracolo di convincere i mercati a ridurre lo spread (che supera i 500-520 punti), in ascesa da agosto. E’ vero, ma nessuno ricorda che la Bce ha ormai ridotto gli acquisti dei titoli italiani rispetto ai primi mesi della crisi (quando limitava il rialzo dello spread). Comunque la risposta più seria l’ha fornita il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nell’intervista a 24 Ore della vigilia di Natale (utilizzando un aggettivo desueto): “Noi non osserviamo lo scenario controfattuale, non teniamo presente cosa sarebbe successo e dove si sarebbe potuti arrivare senza la manovra del govern”. E naturalmente sotto l’esecutivo guidato dal già nostro premier Berlusconi, privo di credibilità in Europa. E’ bene ricordare che lo spread tra i titoli greci e i bund tedeschi si aggira adesso attorno ai 3500 punti base.
Monti ha consentito all’Italia di riacquistare la dignità, e può perfino affermare che il nostro paese “si tiene per mano con Berlino e Parigi” per risolvere insieme i problemi della crisi Ue e dell’euro. E Sarkozy si spinge a dire che “Monti ispira fiducia ai leader europei”. Non basta per risolvere le questioni aperte, ma essere considerati autorevoli è meglio che suscitare risolini in conferenza stampa.
Eppure, tra i severi osservatori nostrani c’è chi scrive che “se il governo Napolitano-Monti-Passera vuole essere credibile(….)ha una strada maestra, l’abrogazione delle leggi ad personam”. Giusto. Una proposta magnifica. Innumerevoli leggi ad personam da abrogare, sempre col voto della personam in questione, il già nostro leader Berlusconi. Sembra di sognare. Eppure coloro che scrivono, sono intellettuali esperti delle condizioni parlamentari nelle quali operiamo.La politica è l’arte del possibile, soprattutto nei momenti di emergenza.
Da ultimo, per completezza, avverto l’obbligo di indicare le leggi di cui non si parla più (fra queste anche alcune ad personam….e provate ad indovinare attorno a quali ddl sarebbe oggi impegnato il Parlamento se l’inquilino di palazzo Chigi fosse ancora il Cavaliere). Non ho letto un elenco di questi provvedimenti archiviati, più o meno definitivamente, dal governo del “sobrio” Monti. Ecco quello che mi viene in mente: non sono più all’odg di Camera e Senato le norme sulla limitazione delle intercettazioni, né la legge sul ‘processo breve’, né quella sul ‘processo lungo’. Tutti provvedimenti finiti nel cassetto. Anche questo deve avere un peso nella bilancia pro o contro Monti. Non si discute più neppure del testamento biologico (meglio nessuna legge), che disponeva il sondino obbligatorio per i malati terminali.
Forse è poco e non basta per manifestare entusiasmo davanti al governo tecnico di Monti. Ma dobbiamo ricordare qual è l’eredità politica e culturale che ci ha lasciato il già nostro premier Berlusconi (gli italiani, com’è noto, hanno la memoria corta e qualcuno dice perfino che si stava meglio ieri !). Ha ragione lo scrittore Corrado Stajano: ” Non è stato facile dar vita al governo Monti, un governo provvisorio di liberazione nazionale per tentare di uscire dalla crisi (….) un governo d’emergenza che va sorretto, difeso, tutelato anche da se stesso, unica via per ricominciare”.
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