Berlusconi in vacanza ad Antigua, salta il question time

30 Giugno 2010

Rinviato l’appuntamento alla Camera sul caso Brancher: Berlusconi vuole costruire una seconda casa ai Caraibi. Franceschini, capogruppo Pd: io aspetto, il presidente del Consiglio deve rispettare il Parlamento.

Berlusconi assente? E allora il Pd decide di aspettarne il ritorno per ottenere la sua risposta alla interrogazione urgente dei Democratici sulla nomina a ministro di Aldo Brancher che doveva essere discussa questo pomeriggio a Montecitorio nell’ambito del settimanale botta-e-risposta tra governo e deputati. Il documento chiedeva conto del pasticcio delle deleghe attribuite a Brancher, poi smentite, poi ancora oggi indeterminate; e sollecitava il presidente del Consiglio a spiegare quali siano le reali motivazioni che hanno portato alla nomina di Brancher, già condannato e ora daccapo sotto processo penale. Che forse è stato nominato per consentirgli di sottrarsi ai suoi giudici con il pretesto del legittimo impedimento? In effetti il neoministro ci ha provato, è scoppiato un putiferio, e quindi è stato costretto a rinunciare e a promettere che si presenterà in tribunale come imputato di malversazione.

A giustificare la nomina di Brancher ci ha provato, rispondendo ad una interrogazione di Di Pietro, il ministro per i rapporti con il parlamento, Elio Vito: “Come sottosegretario Brancher coadiuvava i ministri Bossi e Calderoli. E’ stato così bravo che è stato nominato anche lui ministro”.

Ma Berlusconi non può rispondere, perché in viaggio (dopo Ottawa e Brasile) verso Antigua, dove ha deciso di costruire una seconda villa, e dove lo aspettano la deputata Maria Rosaria Rossi e la modella Francesca Pascale diventata miracolosamente assessore alla Provincia di Napoli. “Aspetto sino a quando viene”, ha ribattuto il capogruppo Pd Dario Franceschini che ha raccontato quel che è successo a Palazzo Chigi quando hanno saputo della presentazione dell’interrogazione. “Mi hanno obiettato che Berlusconi è in missione all’estero; e quando ho chiesto quando era disponibile a venire in aula mi hanno detto che era irraggiungibile. Come se non esistessero i cellulari! Una risposta che è divertente ed offensiva nello stesso tempo”. Da qui la decisione di rinunciare al question time: “Io aspetto: il presidente del Consiglio deve spiegare, nella sede propria, le ragioni della sua decisione. E rispettare il Parlamento”.
Questo accenno all’esigenza di tener conto delle regole parlamentari ha una spiegazione nell’inammissibile atteggiamento che da sempre – da quando per la prima volta ha assunto l’incarico di presidente del Consiglio – Berlusconi ha adottato: si è sistematicamente rifiutato non solo di rispondere ad interpellanze e interrogazioni a lui rivolte (delegando il compito a un qualche suo ministro), ma anche di rispettare l’obbligo regolamentare di rispondere, almeno una volta al mese, al question time. Un atteggiamento più volte e severamente criticato da chi si è succeduto nella presidenza della Camera.

In difesa di Berlusconi il solito Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl: quelle di Franceschini sarebbero affermazioni “divertenti come cabaret ma destituite di fondamento”. E allora? Allora “quando il presidente del Consiglio tornerà a Roma esamineremo la questione”, cioè non è detto che neppure al ritorno Berlusconi si decida a presentarsi alla Camera per rispondere a Franceschini. “Intanto ci pare di capire – ha aggiunto uno strafottente Cicchitto – che l’unica cosa che interessa all’opposizione di questo paese è Brancher”.

Ma il caso-Brancher non si chiuderà qui. La conferenza dei capigruppo ha deciso che giovedì 8 luglio sia discussa la mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro-non-si-sa-di-che-cosa presentata da Pd e Idv. Le firme in calce alla mozione sono quindi 222. Non sufficienti per sfiduciare Brancher, ma non è ancora chiara la decisione di voto dell’Udc che pure ha censurato pesantemente la decisione della nomina ma teme che la mozione di sfiducia ricompatti il centrodestra. “Vedremo l’atteggiamento da tenere in aula”, ha detto il capogruppo dei centristi Michele Vietti.

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