L’unità d’Italia non è stata semplicemente il risultato di una straordinaria mobilitazione interna, vitale pur nelle sue contraddizioni e velleità. L’unità è stata anche il prodotto di una dinamica internazionale, genialmente colta e gestita da un uomo che sapeva di dover muovere temerariamente il piccolo Piemonte nel «sistema delle potenze».
Negli interstizi delle loro tensioni.
Ma se non fosse entrato in quel gioco duro e pericoloso, il Piemonte non ce l’avrebbe fatta. Questo l’aveva capito Cavour sin dall’avventura di Crimea e si è comportato in coerenza. Era l’unico statista che sapeva farlo nel pur ricco panorama di intelligenze e di passioni del Risorgimento.