Le vie della salvezza

11 Gennaio 2010

Solo negli ultimi giorni siamo riusciti a mettere a fuoco meglio il probabile percorso che salverà il premier dalle vicende processuali legate al caso Mills: non è né il processo breve, né il legittimo impedimento, né il lodo Alfano bis costituzionale, né l’immunità declinata nelle varie forme allo studio.Forse la via d’uscita la troverà la Corte di Cassazione, che, a febbraio, sarà chiamata a pronunciarsi, quasi certamente a Sezioni unite, in terzo grado di giudizio, sul ricorso presentato dai difensori di Mills il 10 dicembre, contro la sentenza d’appello che lo ha condannato a 4 anni e sei mesi di carcere in quanto corrotto per testimoniare il falso nell’interesse di Berlusconi. Com’è noto, finora il premier ha eluso il processo (se Mills è corrotto, il corruttore è chi ne ha tratto beneficio, o no?) perché tutelato dal Lodo Alfano, a ottobre dichiarato incostituzionale: quindi i giudici di Milano hanno ripreso il procedimento e Berlusconi ha subito opposto il legittimo impedimento per non presentarsi in udienza e ritardare i tempi della sentenza (la prescrizione è vicina).E’ necessario ricordare che Mills è stato condannato con una formula discussa, quale quella della “corruzione susseguente in atti giudiziari” (pagamento avvenuto dopo la deposizione in giudizio). Un reato che alcuni tecnici e legali considerano inesistente e sul quale in passato la Cassazione si è già pronunciata in modi non univoci. Se saranno le Sezioni unite a decidere (su un tema controverso, questa è la prassi), a condurle sarà, salvo colpi di scena, l’attuale primo presidente Vincenzo Carbone.

Il quale dovrebbe essere uno dei beneficiari di una norma, in fase di elaborazione in sede governativa, che prorogherà l’età pensionabile dei magistrati, da 75 a 76 anni. Naturalmente siamo certi che le Sezioni unite decideranno in piena autonomia e con sapienza giuridica sul caso (la condanna per Mills potrebbe anche essere confermata). Tuttavia l’intreccio e il conflitto di interessi che sfiorano il Presidente, non sono un buon viatico per una decisione delicatissima. Perfino “Il Foglio” (di Giuliano Ferrara), in un editoriale alla vigilia dell’Epifania, si chiedeva: “Sorpresa su Mills?”, ed argomentava che “se la condanna di Mills dovesse cadere”, davanti alle Sezioni unite, “anche il premier sarebbe salvo, con l’effetto di rendere meno pressante la necessità di una legge ad hoc”. Sarebbe salvo! Ma Berlusconi avrebbe necessità ugualmente di uno scudo che gli consenta di evitare altri processi, per esempio quello in corso su Mediaset e diritti Tv, che vede il premier imputato di frode fiscale. E quindi tra i tanti strumenti e ombrelli, per sfuggire alla giustizia, quello di più rapida attuazione potrebbe essere la riformulazione della legge vigente sul legittimo impedimento (articolo 420 ter codice procedura penale) nella versione che andrà in discussione in aula alla Camera dal 26 gennaio (testo unificato Vietti-Costa). Secondo questa proposta, giuridicamente fantasiosa, “al fine di consentire al presidente del consiglio e ai ministri, il sereno svolgimento delle funzioni loro attribuite” e “in attesa della legge costituzionale recante la disciplina organica” delle prerogative dell’uno e degli altri, si riconosce il legittimo impedimento a comparire alle udienze e si sospende il processo, in modo pressochè automatico senza che il giudice abbia la facoltà di sindacare sulla richiesta.

Una legge-ponte ordinaria verso una legge costituzionale (che forse sarà approvata, chissà se fra un anno o due o più…). Una procedura mai vista! Infatti l’ex presidente dell’Alta Corte, Valerio Onida, un mese fa, in una audizione riservata alla commissione Giustizia della Camera aveva affermato che “non si può dire per legge ordinaria che siccome non riesco a fare una cosa, intanto ne faccio una che abbia un valore a termine, in attesa di un’altra legge costituzionale, che invece risolva il problema. Non avrebbe davvero senso. L’ipotesi di una legge-ponte ordinaria verso una legge costituzionale ritengo sia inammissibile”. E aveva concluso: “Non c’è alcun bisogno di fare una legge sul legittimo impedimento. E’ chiaro che si tratta solo della ricerca disperata di un modo per non fare determinati processi….”. Appunto. Tra Cassazione e Parlamento (ma dovremo tornare sul tema nelle prossime settimane, per aggiornare la situazione) le vie di salvezza per il premier sono davvero infinite….

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