In piazza contro il processo breveEcco i procedimenti a rischio

25 Novembre 2009

Redazione

Con il ddl del processo breve, sono a rischio nell’ambito penale dal 10 al 40 per cento dei procedimenti. Una forbice molto ampia quella descritta dalla VI Commissione del Csm che ha ascoltato i vertici dei nove uffici giudiziari italiani più importanti: Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria e Palermo. Le previsioni sono allarmanti, poiché la prescrizione del processo penale moltiplicherà la richiesta di risarcimenti in sede civile delle persone offese. Inoltre perché avvalersi di riti alternativi quando si può puntare alla prescrizione? Alla fine il rischio è che si arrivi alla moltiplicazione dei processi. Tra le difficoltà segnalate anche la trasmissione degli atti dal primo al secondo grado dei procedimenti, tempi che arrivano anche ad un anno, come ad esempio a Torino. Tra i reati che saranno cancellati dall’entrata in vigore del ddl figurano la corruzione, la truffa, la colpa medica, il naufragio colposo, i reati che riguardano la famiglia e l’aggiotaggio. Il Ddl sul processo breve avrebbe ripercussioni gravi anche nel settore civile. “Nessun capo ascoltato ci ha indicato percentuali inferiori al 20 per cento – dice il consigliere del Csm Giuseppe Maria Berruti, – nei casi peggiori intorno al 46-47, casi di processi pendenti nel civile che hanno raggiunto il limite di un anno, sei mesi e un giorno” per cui è possibile chiedere un’istanza di accelerazione.
Ecco gli effetti collaterali nelle principali procureSarebbero 100 mila i processi potenzialmente prescritti in appello; 4 mila la stima dei processi prescritti già nel primo grado di giudizio.

Per l’Anm a Roma, Bologna, Torino – testo delle legge alla mano – “saltano il 50 per cento dei processi”. Un po’ meglio a Firenze, Napoli e Palermo dove la percentuale a rischio “è tra il 20 e 30”. Nelle realtà che funzionano meglio come Milano e Torino dove “nel 2009 i tempi dei processi sono sotto l’anno”, il ddl Gasparri può avere un impatto “sopra il 10 per cento” dei processi. La situazione peggiora nelle procure con tempi processuali maggiori, a Napoli la nuova norma puà incidere sul 45 per cento dei processi.
RomaE’ a rischio il 70 per cento dei processi di primo grado, sia quelli che pendono davanti al giudice collegiale sia quelli del monocratico. Sono almeno diecimila processi in pericolo su tredicimila. C’è poi un 45 per cento dei procedimenti che è all’attenzione dei gup, giudici per le udienze preliminari, che ha superato o sta per superare i due anni di vita e quindi è destinato a morire nel momento in cui il ddl divenisse legge. Ci sono inoltre gravi ritardi nell’inserimento informatico delle schede dei processi effettuati. Il risultato paradossale è che molti recidivi finiscono per risultare incensurati dai computer.
MilanoPer la Procura milanese, vale l’elenco di alcuni dei principali processi a rischio macero: processo della clinica milanese Santa Rita, con imputazioni per lesioni volontarie ai pazienti e truffa allo Stato; processo Mills e frode fiscale sui diritti tv Mediaset; processo per l’aggiotaggio Antonveneta; processo per l’aggiotaggio Parmalat a Milano; processo per le tangenti delle inchieste Enipower-Enelpower; processo alla clinica milanese San Carlo per falsi rimborsi dal servizio sanitario; processo per il fallimento HDC S.p.A.

(Crespi); processo per i dossieraggi della “Security” Telecom-Pirelli.
TorinoFra i numerosi paradossi sottoposti al Csm dalle relazioni torinesi, c’è il possibile impatto dell’applicazione del processo breve sui riti alternativi (abbreviato e patteggiamento). Si prevede che i tempi dei dibattimanti si allungheranno, perché invece dei riti alternativi, gli avvocati preferiranno l’ordinario. Inoltre, per evitare l’estinzione dei reati c’è pure il pericolo che i giudici neghino nuove richieste di prova. La Procura torinese ha steso un elenco di 28 procedimenti rilevanti a rischio. Tra questi Ifil-Exor, Cogne bis (imputata Anna Maria Franzoni), i disordini al G8 torinese (28 imputati) e l’inchiesta sul premio Grinzane Cavour contro i fratelli Soria.
NapoliCon il processo breve a Napoli sono a rischio tra i 30mila e i 50mila procedimenti. L’80 per cento dei procedimenti davanti al giudice monocratico e il 30 per cento di quelli fissati davanti al collegiale rischiano di finire in prescrizione. E in questo computo ricadono anche processi importanti come quello che si è aperto – ed è a meno della metà del primo grado – per accertare e punire le irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania. Ma i dati sono solo parziali, perché nel casellario giudiziario devono essere ancora inserite 12 mila sentenze.
Genova Un taglio di 18 mila processi penali in Liguria tra primo e secondo grado. Tra i casi più noti, il disastro ambientale dell’industria chimica Stoppani a Cogoleto, lo scandalo mensopoli che ha investito il comune di Genova, quello del porto che nel 2008 esplose con gli arresti domiciliari dell’allora presidente dell’Autorità Portuale Giovanni Novi, i furti e le irregolarità di Doganopoli.

Alla fine del 2008 i processi pendenti nelle sette procure del distretto della Corte d’Appello di Genova (Liguria e Massa Carrara) erano in totale 89649, di cui però 32905 a carico di ignoti. In media ogni anno si aggiungono circa 140 mila procedimenti.

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