Nella riforma la Corte costituzionale è sempre costituita da 15 giudici, ma cambiano gli equilibri all’interno di questa composizione.
Oggi, a Costituzione vigente, i giudici sono scelti, per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme magistrature, ordinaria e amministrativa.
Con la riforma il Presidente della Repubblica ne nominerebbe 4, così come le magistrature, mentre ben 7 sarebbero scelti dal Parlamento (3 dalla Camera e 4 dal Senato federale).
Passano dunque da 5 a 7 i giudici di nomina parlamentare, con un conseguente aumento del tasso di politicizzazione della Corte.
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