“Sarò io il candidato nel 2006. Sono una risorsa e non un problema: se ci sono alternative possibili e migliorative che possono portare più voti alla nostra coalizione, io sono disponibile”. Il pranzo a Montecitorio con Fini, Follini, Casini e Gianni Letta solleva Silvio Berlusconi dall’imbarazzo di indicare un delfino, un sostituto, un possibile supplente alla carica di primo ministro. Resta in campo, non pensa alla panchina. Soci e simpatizzanti di Libertà e Giustizia sono avvisati: dovranno organizzare ancora per un po’ cene antidepressione come quella promossa dal circolo di Varese, l’altra sera.
“E se gli italiani non fossero ancora vaccinati?”, chiede uno dei commensali. “Bisognerebbe trovare un vaccino anti-zanzare”, tenta di sdrammatizzare chi è avvolto da una nube di insetti-vampiro. A Oleggio, tra le province di Novara, Verbania e Varese, sul terrazzo di uno degli avamposti piemontesi del mangiare slow e buono, le luci di Milano sono oscurate da quelle gigantesche dell’aeroporto di Malpensa. “Un inquinamento pazzesco – spiega uno della zona – ma a volte serve per non vedere altre brutture”. Il senso dell’incontro è in questa nota geografica. Il Senato ha appena approvato la controriforma giudiziaria, il comune della città da bere ha dato l’ok per la targa commemorativa a Craxi, in piazza Duomo 19, l’ufficio degli affari e delle mazzette. Ma c’è il buffet che chiama. Cibo della tradizione contadina, paniscia e cotechino, vino Dolcetto che scorre a fiumi.
“Se fosse poi tutto nero come dici tu, perché non consigli a tuo figlio di emigrare?”. A pochi chilometri dal ristorante, un uomo disperato e armato ha fatto una strage perché volevano portargli via la casa. Ma qui, lontano dalla cronaca, il killer è Castelli, quello “che sparerebbe ai magistrati e intanto uccide la Giustizia”. L’imperativo della serata è: divertirsi, “se vuoi, anche illudersi che fili tutto liscio”. La tavolata è gremita, i piatti rimbalzano tra assaggi di primi e secondi, dolci e gelato. “Un presidio davanti al Senato? Per la giustizia, dici? Ma cosa vuoi, gli italiani ormai sono sotto anestesia”. Un solo brindisi, quello che avvia la cena. Poi nulla, “non esageriamo”. L’incertezza si taglia a fette grosse, come il salame. “Prodi, sì. Metti che vince, e poi? Ha già detto che i problemi sono tanti, che come l’altra volta saranno lacrime e sangue”. L’informazione, ne sono tutti certi, è fondamentale. A volte esagera: “Rutelli è a New York, non potevano far finta che era in vacanza?”. L’ironia non manca: “D’Alema era in barca a vela, sembrava di poter stare tranquilli, e invece…spuntano Violante e la bicamerale. Non c’era un posto anche per lui, che ne so, un gommoncino, un canotto?”. La vera preoccupazione, insistono, “è che quelli del centrosinistra sono tutti tranquilli e beati. Secondo loro ce l’hanno già fatta”. “Il problema più grosso è il Sud”, azzarda qualcuno. Risposta corale: “Magari, saremmo a cavallo”.
“Però non bisogna pensare che qui al Nord sia solo Milano e grandi città. Qui, per esempio, in questa zona la piccola impresa è al collasso”. La notizia di oggi, ma non si sapeva ancora, è che Berlusconi annuncia una manovra da 10 miliardi di euro nel 2006, e una dello stesso importo per il 2007. Farà anche il partito unico, dice, ma solo dopo il voto del prossimo anno. Il voto. “Ma tu, ti ricordi per chi hai votato la volta scorsa?”. “Per la Camera?”. “Sì”. Imbarazzo, sforzo di memoria, altro vino. Si conclude: “Se questa deve essere una cena antidepressione, tranquilli, andrà tutto bene”.
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