L’ANDAMENTO DELLO SPREAD NON HA A CHE FARE CON LA COSTITUZIONE

17 Nov 2016

“Più si avvicina la data del voto referendario, più si intensificano le manovre per creare confusione e cercare di condizionare la libera scelta dei cittadini. Le vicende economiche vengono largamente utilizzate a questo scopo”. A sostenerlo è il Comitato per il No nel Referendum costituzionale.

“Si cerca di creare artificialmente una paura tra i risparmiatori, gli operatori economici e i consumatori sulle possibili ripercussioni della vittoria del No. In realtà le stesse agenzie di rating, prima fra tutte la Standard & Poor’s hanno recentemente fatto sapere che non vi saranno conseguenze di rilievo sotto il profilo economico qualunque sia l’esito del voto referendario”.

 

“L’aumento dello spread – su cui insiste un onnipresente Presidente del consiglio – e l’incremento del rendimento dei titoli di stato, peraltro contenuti, sono dovuti a fattori che nulla hanno a che spartire con il referendum costituzionale”. Prosegue la nota “Dipendono da avvenimenti internazionali, quali la Brexit e soprattutto l’elezione di Trump negli Usa”.

 

Infatti già si parla di “Trumpflation”, ossia di una inflazione attesa dalle dichiarazioni di Trump sull’innalzamento dei tassi di interesse che attirano capitali negli Usa, il che rimette in moto gli spread nel quadro europeo. Creando maggiori difficoltà ai paesi con più alto debito pubblico, fra cui il nostro.

 

“Su un altro versante, quello dei rapporti fra Italia e Europa, assistiamo al fatto prevedibile che quest’ultima rimanda un giudizio definitivo sulla manovra di bilancio italiana a dopo il Referendum. Una evidente mano d’aiuto da parte degli organi della Ue alle posizioni del Sì propugnate da Renzi” incalza il Comitato.

 

D’altro canto il nostro governo si riserva di non approvare il bilancio europeo mettendo in scena una drammatizzazione sull’approvazione dei nostri conti. “In sostanza a Renzi piace giocare due parti in commedia: quella della vittima e quella di chi non si piega ai diktat europei” afferma il Comitato per il No.

 

Ma, ricorda il Comitato per il No Il 4 dicembre si vota sulla preservazione della nostra Costituzione da un tentativo di revisione che la stravolgerebbe, non sulla sorte di questo o quel governo, né su misure economiche. E’ Renzi che ha personalizzato la contesa e, dopo una finta autocritica, è tornato a farlo, come si vede dal suo presenzialismo in ogni dove e su ogni organo televisivo e di stampa”.

 

E conclude I cittadini non devono farsi ingannare né intimorire da manovre diversive. Non ve ne è ragione. Siamo convinti che esprimeranno liberamente il loro voto, con un No che significa difesa della Costituzione e della democrazia nel nostro paese”.

Roma, 16 novembre 2016 

 

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