Tre fiducie per svuotare la democrazia

28 Apr 2015

Sandra Bonsanti Presidente emerita Libertà e Giustizia

Vuole la fiducia guardandoli in faccia, uno per uno, per appello nominale. Per tre volte. Così Renzi sfida quei “signori del Parlamento” per i quali esprime da sempre il disprezzo di chi ha investito tutto il potere conquistato in pochi mesi nel ridurli a un esercito di nominati e di servi sciocchi.
Per sempre: si è svolto oggi alla Camera il primo atto di quella storia che nel prossimo futuro chiuderà la nostra Repubblica parlamentare.

imageVuole la fiducia guardandoli in faccia, uno per uno, per appello nominale. Per tre volte. Così Renzi sfida quei “signori del Parlamento” per i quali esprime da sempre il disprezzo di chi ha investito tutto il potere conquistato in pochi mesi nel ridurli a un esercito di nominati e di servi sciocchi.
Per sempre: si è svolto oggi alla Camera il primo atto di quella storia che nel prossimo futuro chiuderà la nostra Repubblica parlamentare.
Lo è stata per settant’anni, secondo i 139 articoli della Costituzione, che sarà presto, a suon di strappi e di fiducie, ridotta anch’essa. La rappresentanza dei cittadini italiani evapora come per un gran solleone, ma forse il paragone che più si presta in queste ore è con quella massa di neve e ghiaccio e rocce che scuote l’Everest.
Un vero e proprio terremoto istituzionale, auspice un presidente della Repubblica, ora ex, che non lascia un millimetro di spazio al suo successore che pure un giorno, speriamo abbastanza presto, dovrà dirci se davvero secondo lui questo terremoto faccia parte della democrazia.
Dunque, la Repubblica parlamentare è durata un tempo abbastanza lungo, che gli italiani non hanno saputo apprezzare. Se lo avessero fatto, oggi sarebbero in piazza. Invece, solo firme di denuncia, solo testimonianze che lasciano l’amaro in bocca nel momento stesso in cui le riteniamo inevitabili. Firme e appelli: noi di Libertà e Giustizia per primi, subendo nei mesi tutte le ritorsioni e le vendette degli affamati di potere.
Abbiamo cercato con pazienza di mostrare tutti i rischi di chi ci affida a un domani senza valori e idee per le quali sia giusto battersi. Abbiamo fatto proposte sagge e importanti di alternative a queste riforme. Silenzio e irrisione.
Renzi non avrebbe lanciato la sua sfida al Parlamento se non fosse convinto di avere con sé la maggioranza dei deputati. Li abbiamo visti, giorno dopo giorno, abbassare il capo, unirsi al gregge, dire addio alla dignità e all’autonomia.
Li abbiamo guardati “ruere in servitium”, come dice Tacito sul Senato romano di fronte a Tiberio. Avvertivano, i senatori, un invincibile impulso a correre al servizio del nuovo imperatore. A Roma, dietro l’angolo, circa duemila anni fa.

Nata a Pisa nel 1937, sposata, ha tre figlie. Si è laureata in etruscologia a Firenze e ha vissuto per molti anni a New York. Ha cominciato la sua attività professionale nel 1969 al “Mondo” con Arrigo Benedetti.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.