Bersani, “ci saranno primarie di coalizione”. Alleanze con i moderati contro i populisti

30 Giu 2012

Il segretario del Pd partecipa a un dibattito con Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky, presidenti di Libertà e Giustizia. Tanti i temi: dalle primarie alla trasparenza nei partiti, dalla legge elettorale al rinnovamento generazionale

MILANO – Una riscossa civica. Per rimediare alle deformazioni del rapporto tra politica e società. E per “rispondere ai problemi concreti dei cittadini”. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, incontra a Milano Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky, presidenti di Libertà e Giustizia 1. Rinnovamento dei partiti, apertura alle istanze della società civile, la ridefinizione di meccanismi per rendere trasparenti le dinamiche del sistema politico. Un dialogo a tre voci che tocca tanti temi: informazione, formazione, finanziamento pubblico, la crisi del sistema politico e la recessione economica. E sulle primarie, il segretario del Pd replica a Vendola 2: “Saranno di coalizione”.

Prima il programma poi le primarie. Il messaggio è diretto a Nichi Vendola, che aveva annunciato la sua indisponibilità a partecipare a primarie “non di coalizione”. Il segretario del Pd dà “per scontato” che le primarie “devono essere di coalizione”. Una coalizione che tiene dentro anche i moderati, contro i populisti. E aggiunge: “le primarie sono in fondo ad un percorso e bisogna che parta un manifesto, una carta di intenti, da dieci parole chiave su cui discutere. E sarà il Pd a proporla come partito maggiore”. E sull’asse tra Sel e Idv: “Non ho mai escluso nessuno ma credo che il centrosinistra di governo non deve essere esposto a pulsioni populiste o a posizioni che mettono in dubbio alcuni presidi costituzionali come la presidenza della Repubblica”.

Le alleanze del Pd. Per Bersani la grande area dei progressisti “deve capire” che in una situazione di ricostruzione del Paese bisogna rivolgersi anche “a forze costituzionali, europee, anche moderate e centrali, ma alternative al populismo e ai ricatti della destra”. Una questione che va al di là delle “relazioni politiche”. Perchè si tratta di una questione “di rapporto tra politica e società: mi interessano le forze politiche, le associazioni, le liste civiche e i cittadini e non mi pare che Vendola sia ostativo su questo”.

Legge sui partiti. Il tema viene introdotto da Sandra Bonsanti. Al centro la disaffezione dalla politica: tutto deriva dalle regole sul “finanziamento pubblico, dalla legge elettorale”. Per la Bonsanti “c’è da fare una scrematura delle spese, l’unico modo per un partito snello, pulito, fatto di meriti e non di raccomandazioni”. E Bersani replica con una proposta: una “legge sui partiti”. Una necessità se si vogliono mettere in moto quei meccanismi per dare “trasparenza” alla vita politica. Poi l’appunto di Zagrebelsky: “Bisogna cambiare direzione: oggi il finanziamento è dall’alto verso il basso. Dovrebbe essere l’opposto: le risorse vanno reperite tra i cittadini, altrimenti viene a mancare l’essenza stessa del partito come associazione di persone”.

La legge elettorale. Sulla riforma della legge elettorale Bersani commenta: “mi auguro che si possa discutere, ne vedo le condizioni, ma ho timore di passi indietro del centrodestra dopo quello che è successo sulle riforme costituzionali” ma “il tempo c’è”. “Si sta discutendo – ha continuato Bersani – purtroppo il centrodestra non intende accedere alla nostra proposta di un doppio turno, si sta ragionando su altre soluzioni e abbiamo messo due paletti molto semplici: i cittadini devono sapere chi avrà il compito di governare la sera delle elezioni e devono guardare in faccia il loro candidato al Parlamento e il meccanismo del collegio territoriale è il più serio”.

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