Tiriamo a cambiare

13 Giu 2011

Redazione

Cambiare Berlusconi, prima di tutto, che ammorba l’aria da 17 lunghi e drammatici anni. La politica per lo sviluppo, i partiti, la legge elettorale… La società civile è forte e vigile.

Alé! E ora tiriamo a cambiare, è questa la nostra parola magica, la definizione del vento dal basso che tira dallo scorso febbraio e dalle piazze del 2011.

Cambiare, prima di tutto, il Cavaliere che ammorba l’aria da 17 lunghi e drammatici anni. “Dimettiti”, “Resignation” chiedemmo il 5 febbraio a Palasharp perché l’Italia ritrovasse l’onore perduto.

Cambiare la politica per lo sviluppo: no ai soldi come valore, obiettivo della vita, agli speculatori eroi del nostro tempo. La ricchezza privata non legittima il potere politico. Sì ai fondi per l’istruzione pubblica e la ricerca. Sì ad una politica per il lavoro che tuteli la dignità dei giovani e delle donne.

Cambiare i partiti, secondo l’articolo 49 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere CON METODO DEMOCRATICO a determinare la politica nazionale”. Sì al rinnovamento dei dirigenti. Sì all’ascolto dei cittadini sulle grandi scelte e i progetti di riforma. No alle liti interne, insopportabile causa di tanta disaffezione della società civile (è proprio necessario che il Pd di Milano contesti la scelta di Tabacci assessore al bilancio e gli chieda in nome di non si sa quale legittimità morale di lasciare il Parlamento?).

Cambiare l’informazione: l’ostruzionismo della RAI ai referendum deve essere denunciata e punita. Così come il danno economico al servizio pubblico derivante dalla cacciata delle trasmissioni più importanti e popolari.

Nuova legge elettorale e legge sul conflitto di interessi (non è mai troppo tardi).

Basta attacchi e offese alla magistratura, Sì a una buona legge che aiuti il lavoro degli inquirenti e dia loro mezzi sufficienti a individuare e colpire la corruzione dilagante.

Tiriamo a cambiare: mai più equiparare la lotta partigiana a Salò. Mai più chiedere l’abolizione del 25 Aprile e del Primo maggio.

Mai più politica dei respingimenti.

Il vento del cambiamento ci ha portato fin qua. Esso è affidato nelle mani di una società civile vigile, impegnata, decisa a partecipare attraverso il web e la piazza e le strade. La politica se ne renda conto, finalmente.

TIRIAMO A CAMBIARE e facciamo crescere il nostro Paese. NO ALLA FIDUCIA AL GOVERNO BERLUSCONI: DIMISSIONI; DIMISSIONI; DIMISSIONI

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