Trasparenza per tutti. Tranne che per l’ufficio di Brunetta

24 Mag 2010

Il direttore generale del ministero per la pubblica amministrazione fa il pieno di incarichi e di stipendi. Un’interrogazione solleva il problema in Parlamento, ma sul sito del miinistro non c’è traccia della discussione

Alla faccia dell’austerity e delle sparate demagogiche del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta! Sentite questa, sulla bella vita ed il cumulo di incarichi del dottor Francesco Verbaro, direttore generale per il personale proprio al ministero di cui è responsabile Brunetta. Dunque, già per questo incarico il dottor Francesco Verbaro percepisce un compenso di 141.532 euro. Non gli bastano? No, non gli bastano. E allora si fa nominare nel comitato direttivo dell’Aran-Sicilia (sezione regionale dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale della pubbliche amministrazioni): compenso aggiuntivo di 80.000 euro. Ma al dottor Francesco Verbaro non bastano due incarichi e nemmeno due stipendi. Ne vuole un terzo e viene servito: 44.000 euro come consulente del Comune di Milazzo. Fosse stato per lui ne avrebbe gradito anche un quarto (consulente della Provincia di Messina a 127.000 euro) se la Corte dei conti non avesse bloccato la delibera contestandone l’eccessivo importo.

Cifre e incarichi – rivelati ben due anni fa da repubblica.it e da allora mai smentiti – sono stati ripresi dalla deputata Linda Lanzillotta (Alleanza per l’Italia) in un’interrogazione rivolta proprio a quel ministro Brunetta che si vanta di aver realizzato un’operazione di totale trasparenza pubblicando gli emolumenti dei dirigenti statali. Ma, guarda un po’, nel sito del ministero non c’è traccia dei compensi relativi ad incarichi e consulenze affidate agli stessi dirigenti, tra cui ovviamente il dottor Verbaro, da altre amministrazioni pubbliche.

Allora, se incarichi e compensi per il signor direttore generale (per un totale di mezzo miliardo della vecchie lire) sono veri, Brunetta deve spiegare a Lanzillotta (e anche a noi) almeno due cose. La prima: come ciò sia compatibile con l’assolvimento dei compiti e degli obiettivi oggetto del contratto sottoscritto dal dottor Verbaro e dal ministro, e per i quali “gli è stato riconosciuto un trattamento più che adeguato”. La seconda: come ciò sia coerente con la battaglia che lo stesso ministro conduce contro i fannulloni e contro le consulenze esterne.

Qualora poi il signor direttore generale svolga effettivamente tutte queste attività e riscuota i relativi compensi, “per quale motivo essi non siano stati pubblicati sul sito del ministero?” Non è forse questo silenzio “l’esatto opposto della trasparenza da Brunetta tanto pubblicizzata?”. Perché, in buona sostanza, così si accredita l’idea che il sito fornisca una informazione completa e veritiera sui compensi mentre, al contrario, si forniscono all’opinione pubblica informazioni parziali e distorte con un effetto manipolativo tanto più grave in quanto prodotto da un sito istituzionale del governo, “cui compete – sottolinea Lanzillotta – una particolare responsabilità quanto a correttezza e completezza dell’informazione”.

Il cumulo del dottor Verbaro è solo un esempio, certo. Ma rivela o no la grave inaffidabilità delle comunicazioni ministeriali? E ridicolizza o no la credibilità delle sparate pseudomoralizzatrici di Renato Brunetta?

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