In un momento decisivo per l’avvenire della democrazia nel nostro Paese, sarà preziosa la testimonianza del senatore Felice Casson, persona che ha sempre combattuto in prima persona molte battaglie sociali, democratiche e di civiltà, dapprima impegnandosi nelle aule della giustizia e poi in quelle del Parlamento sempre portando avanti con forza e coerenza i propri valori e convincimenti, senza mai piegarsi alle logiche delle convenienze politiche del momento e pagando spesso di persona il prezzo della propria coerenza. È stato tra i primi a esprimersi contro la riforma costituzionale mettendo fin da subito ben in chiaro che la sua non era una posizione contro Renzi, bensì a favore di una Costituzione che non può essere stravolta nella maniera che ora va al referendum, a meno di non rassegnarsi a mettere in pericolo la stessa democrazia.
Felice Casson Come magistrato ha condotto inchieste di grande delicatezza, su argomenti come la strage di Peteano, le deviazioni dei servizi segreti e degli apparati dello Stato, il terrorismo e l’eversione di estrema destra e internazionale, il traffico internazionale di materiale bellico, l’organizzazione Gladio, tangentopoli in Veneto, l’incendio del Gran Teatro La Fenice di Venezia, i processi per le morti causate dalle lavorazioni di CVM e PVC e dall’amianto a Porto Marghera, le indagini sull’inquinamento ambientale, sulle patologie da “Uranio impoverito” e da elettrosmog.
Nel 2005 si candida a Sindaco di Venezia sostenuto dai Democratici di Sinistra e dal resto della sinistra, mentre l’altro partito del centrosinistra La Margherita decide di appoggiare Massimo Cacciari. Casson ottiene al primo turno il 37,7% contro il 23,3% di Cacciari, ma al ballottaggio è Cacciari a vincere con 200 voti di scarto. Nel 2006 è eletto al Parlamento e nel 2008 è rieletto senatore nel Partito Democratico. Nel 2013 è eletto vicepresidente della Commissione Giustizia e Segretario COPASIR.
Il 22 maggio di quest’anno rompe il fronte del sì all’interno del Pd sul referendum costituzionale: «Io faccio parte dei comitati per il No e li organizzo». Di questa riforma – afferma Casson – «non mi piace niente, tanto che non l’ho mai votata. Per me la Costituzione viene prima di qualsiasi governo e di qualsiasi presidente del Consiglio».