Populismo e autoritarismo: lo stress test delle istituzioni democratiche

Questo contenuto fa parte di un osservatorio Autoritarismi

La destra al governo e il superamento dei limiti, decreto dopo decreto, atto dopo atto, parola dopo parola. Obiettivo: annichilire le istituzioni per evitare ogni controllo.

La spinta populista, l’essenza autoritaria della Destra italiana è emersa sempre più netta con l’intervista che Ignazio La Russa ha dato al quotidiano La Repubblica subito dopo la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento in Albania dei dodici migranti che erano stati portati nel centro di Gajder. Per il governo Meloni è stato uno schiaffo che ha scatenato la reazione veemente di esponenti della maggioranza e dell’esecutivo contro i giudici. Nell’intervista, il Presidente del Senato, seconda carica dello Stato, ha auspicato la modifica della Costituzione, teorizzando il superamento della divisione dei poteri; ha rivendicato il primato della politica sulla giustizia, ha tratteggiato il ruolo della magistratura quasi come mero strumento al servizio non del diritto, ma di coloro che conquistano il potere attraverso le elezioni.

Le sue parole hanno riecheggiato il Viktor Orban del controllo dei giudici da parte del governo, il Benjamin Netanyahu che, con i partiti dell’ultradestra, voleva cancellare la Corte Suprema israeliana e la sua indipendenza; il Donald Trump che vuole il controllo totale dell’esecutivo sull’azione dei giudici. L’offensiva contro i magistrati da parte della Destra italiana sembra essere appena iniziata. Solo la moral suasion del Quirinale nei confronti dell’esecutivo ha impedito che il governo varasse un decreto ancora più condizionante dell’opera dei giudici. 

Ma, nonostante ciò, la questione degli hotspot in Albania è, di fatto, già uno spartiacque nei rapporti tra i poteri dello stato, oltre che uno stress test per le istituzioni repubblicane: la bocciatura in punta di diritto (europeo) del Piano Albania da parte del Tribunale di Roma ha convinto Giorgia Meloni a varare un decreto legge che imponesse le scelte dell’esecutivo. 

L’obiettivo della Destra è assoggettare la magistratura, mettere in un angolo un Sergio Mattarella che invece rimane un formidabile baluardo della Costituzione, disinteressarsi dell’esistenza delle regole europee.

Nonostante la frenata a cui è stato costretto il governo sul Decreto Albania, questa voglia di oltrepassare i limiti rimane ben visibile. È la cultura politica della Destra. Ma è anche il fatto che – di fallimento in fallimento – l’immigrazione rimane una delle poche armi in mano a Giorgia Meloni per mantenere il consenso del proprio elettorato. La manovra economica sarà senza respiro, se mai il governo troverà i soldi per attuarla. Lo schiaffo dato dai giudici alla sbandierata operazione Albania è stato troppo forte. Quasi un manifesto dell’incapacità di questo governo. Che, in questa lotta per la supremazia dei vincitori delle elezioni sugli altri poteri dello Stato, vuole annichilire le istituzioni per evitare ogni controllo o impedimento alla propria volontà politica.

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Questo articolo è un approfondimento del servizio di Michele Migone per Radiopopolare

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