Un gruppo di studenti di un Istituto Tecnico di Palermo hanno analizzato, a confronto, le normative discriminatorie antiebraiche del 1938 e il recente “Decreto sicurezza”, individuando numerosi punti di contatto. La professoressa che aveva dato da svolgere il “lavoro di gruppo” dal quale tale risultato era emerso ha subìto un pesante provvedimento disciplinare, con il conseguente dimezzamento di un mese di stipendio.
Di fronte a tale caso vi sono state, giustamente, proteste ed espressioni di solidarietà; non sufficienti, a mio parere, di fronte alla gravità di un atto che rappresenta un orribile attentato a un valore civile fondamentale come è la libertà di insegnamento.
Bisogna reagire a tutela di tale libertà. Bisogna anche riflettere al fatto che la docente sviluppa manifestamente una didattica “partecipativa”, proponendo agli allievi lo svolgimento di propri lavori in prima persona; ciò è un pregio, secondo le migliori indicazioni pedagogiche, mentre costituisce un grave difetto il fatto che nel sistema scolastico italiano si riesca a trattare le tematiche della vita pubblica SOLO attraverso questo strumento, perché esse sono ignorate nei programmi ufficiali e nei libri di testo.
L’Unione Europea, anche se non ha competenze dirette nell’organizzazione del sistema di istruzione negli Stati membri, sostiene (con borse di studio, e interventi analoghi) programmi specifici diretti a docenti e studenti; è auspicabile che i candidati “progressisti”al Parlamento europeo si impegnino a far finanziare progetti di Educazione alla vita democratica. I successi elettorali delle formazioni populiste derivano, in ultima istanza, proprio dalle carenze in tale educazione.
(*) Il professor Giunio Luzzatto è socio del Circolo LeG di Genova, oltre che Garante di LeG.