Ambasciatore Aydın Adnan SEZGIN,
le esprimo subito profonda tristezza per le vittime dell’atroce attentato di Ankara e fraterna vicinanza per i loro parenti.
Tuttavia, anche di fronte a tanto dolore, s’impone una valutazione politica. Perché ancora altre bombe si sono abbattute sui curdi, le opposizioni e in particolare sul partito moderato Hdp, il cui leader Demirtas sta cercando di costruire una alternativa parlamentare e pacifica per i guerriglieri del Pkk, che avevano proclamato un cessate-il-fuoco unilaterale in vista delle imminenti elezioni di novembre.
Questo processo verso il dialogo non deve cessare. Non è facile, ma è possibile, come ha dimostrato con tenacia e intelligenza il Quartetto di Tunisi, recentemente premiato con il Nobel per la Pace. Ma va aiutato, non ostacolato. Invece, il suo Governo ha inspiegabilmente bloccato tutti i social media e impedito persino la riproduzione delle immagini del massacro, censurando di fatto ogni libera riflessione.
Ambasciatore Aydın Adnan SEZGIN,
questa censura non aiuta l’elaborazione politica di un evento così grave, ma anzi comprimendo il confronto pubblico, lascia lo spazio a forti dubbi di corresponsabilità ancora più inquietanti. Pertanto, le chiediamo di trasmettere al suo Governo, oltre al sentito cordoglio, la richiesta di un’immediata revoca del blocco dei media, come gesto di rispetto della libertà e del dolore di quanti stavano solo manifestando pacificamente il loro dissenso. Un diritto che distingue una democrazia, da una dittatura.
Con vigilanza democratica,
(*) Massimo Marnetto è coordinatore del Circolo Libertà e Giustizia di Roma