di Santi Di Bella (*)
“Noi, il Partito della Nazione, possiamo ormai giocare allo stesso modo con Eni e al bigliardino, perchè il nostro è il mondo alla rovescia in cui un crack da 500 milioni di euro non toglie il sonno. Anzi ci dormiamo sopra benissimo, perchè il voto del tuo vicino di casa che ti stima e con il quale vi trovate giustamente a parlare male di noi, alla fine te lo compriamo comunque togliendogli di nuovo la tassa sulla casa, e sorridiamo mentre si arrabbia a dover pagare i farmaci e le analisi ma ci è grato lo stesso”.
“Noi, il Partito della Nazione, con questa e simili furbizie diventeremo l’assemblaggio di volti e voti governativi di tutti i governi, avremo il 40% e anche più e governeremo in permanenza, perchè siamo tanti, e in pratica, siamo tutti”. “Noi, il Partito della Nazione, non siamo infatti un’invenzione di Renzi ma gli preesistiamo, siamo la realtà che lui rende evidente, il governo naturale del Paese”.
Con il voto su Azzolini e i suoi tre messaggi, il renzismo ha mostrato di essere un andreottismo più guelfo e persino più falso di quello storico, e ha chiuso il suo patto rituale che esclude studenti, malati, pensionati, operai, precari, mamme e papà presi renzianamente in giro, ma ammette Verdini.
Nel silenzio afoso, rotto adesso da Saviano, non sfugge la voce che il governo starebbe per dare una specie di Ministero per il Mezzogiorno a Quagliarello, coordinatore proprio di quel NDC dove milita Azzolini e partito nel quale sono così frequenti le richieste di arresto che ti serve un motore di ricerca: digiti NDC arresto oggi, e vedi le novità. Quagliarello è coerente da venticinque anni nell’aderenza al potere – Pera, Berlusconi, Ruini, Napolitano, Monti, Letta, adesso Renzi – una esemplare “coerenza” da Partito della Nazione. E ovviamente, come sempre, dal caso Gentile a quello Azzolini che coprono di scandali un po’ tutto il Sud, scoppia di garantista indignazione!
La scelta del nuovo ministro è strategica non per il Sud ma per quei politici centristi del Sud, il cui talento è il consenso e che già vivono per il 2018. Ad esempio, in Sicilia, – che sta peggio della Grecia e che se fallisse farebbe fallire il Paese – al prossimo giro il PD pare lancerà l’operazione “macchina del tempo” mettendo su quattro liste coalizzate con dentro crocettiani, lombardiani, cuffariani, berlusconiani, persino craxiani. Più qualche giovane cresciuto in queste scuole, per dire che si sono rinnovati.
Questi politici che, qualsiasi sia il loro, sono già iscritti anche al Partito della Nazione, capiranno al volo cosa vuol dire Quagliarello ministro. Penseranno che gli amici dell’NDC hanno in mano quantomeno i soldi per sanità, trasporto locale e stipendi dei regionali; e con i soldi che arriveranno, “fare politica” tornerà subito a essere quel martirio di futuro che ha rese le regioni del Sud bisognose di tutto.
Ma un bilancio delle responsabilità non si fa mai? Non sono, con altri, anche Quagliarello e questi politici ad avere portato il Sud al “sottosviluppo permanente” di cui grida disperato oggi lo Svimez, un modo sociologico per dire che qui siamo morti più che se ci avesse ucciso la mafia? Sì, e allora? Evviva la Nazione, e il suo Partito.
(*) Santi Di Bella è coordinatore del Circolo Libertà e Giustizia di Messina