Il senatore Walter Tocci fa parte dei “dissidenti” di Chiti sulle riforme il partito è diviso «Un Senato fatto di sindaci e consiglieri regionali, non più elettivo, finisce per allontanare la partecipazione dei cittadini».
Niente da fare. Sulle riforme costituzionali il Pd resta diviso e Walter Tocci, il senatore che fa parte dei ‘dissidenti di Vannino Chiti’, invitato a Firenze, all’Arci di piazza de’ Ciompi, da Sandra Bonsanti e da ‘Libertà e giustizia’, assicura che l’area dei perplessi di fronte alla proposta del premier Matteo Renzi si va allargando.
Per motivi di metodo: «Non è accettabile che un premier dica “o si accetta o mi dimetto”». E neppure è accettabile passare per dissidenti: «Quando si parla di Costituzione non ci può essere dottrina di partito», dice Tocci all’Arci, a fianco di Bonsanti e di Ivan Casaglia. Ma quel che preoccupa di più è il contenuto della riforma: «Un Senato delle autonomie non potrà avere una maggioranza politica ma territoriale, quella delle Regioni forti contro quelle deboli, l’anticamera della dissoluzione», dice Tocci.
Convinto che si debba riflettere bene, perché negli ultimi 20 anni le riforme costituzionali sono state sempre sbagliate: «Sempre piegate ai fini politici e stavolta sarebbe la stessa cosa, l’uomo nuovo riparte dall’agenda vecchia», dice il senatore. La presidente di ‘Libertà e giustizia’ Bonsanti sostiene che «tutto parte dall’accordo tra Renzi e Berlusconi, un accordo che di fatto disegna una nuova Costituzione». Un Senato delle autonomie, è stato detto, finirebbe anche per sottrarre poteri alle Regioni, col risultato di un neocentralismo statale.
Mentre invece Tocci e gli altri oppongono un Senato elettivo con funzioni diverse, di controllo.
Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo