E sul «caso Spinelli» i no Cav si ritrovano con i fan del Cavaliere

18 Dicembre 2013

Alle critiche di Eugenio Scalfari di domenica per l’appoggio alla campagna di Marco Travaglio e Beppe Grillo contro Giorgio Napolitano, Barbara Spinelli ha replicato lunedì su Repubblica drammatizzando i toni: si dice «stupita» per gli attacchi portati «con violenza» alle sue idee e alla sua «persona». Violento, aggiunge, è l’uso fatto di Altiero Spinelli, padre dell’europeismo, «del quale nessuno di noi può appropriarsi»: non ne sono eredi, dice la figlia, «né Scalfari, né il presidente della Repubblica, né io». E su Grillo: va «ascoltato», perché «non è solo l’Italia peggiore che ha votato per lui a febbraio». Mettere il grillismo sullo stesso piano di Alba dorata «è una controverità», sostiene; infine, Spinelli giudica «scorretto accusare Grillo di condannare alla gogna i giornalisti, quando all’interno di una stessa testata appaiono attacchi di questo tipo ai colleghi». Nota su Twitter Claudio Petruccioli: così Spinelli equipara Scalfari a Grillo. La conclusione di Barbara Spinelli (replica cui sono seguite affettuose righe di Scalfari) è in linea con l’articolo del Fatto Quotidiano uscito lo stesso giorno, senza firma. Si sostiene che «la gogna non l’ha allestita Grillo contro una penna ostile ai 5 Stelle, ma Scalfari contro Spinelli, la più prestigiosa editorialista di Repubblica ». Dopo un plauso a Gad Lerner, «anche lui firma illustre del quotidiano», si infierisce sui giornalisti messi all’indice dai grillini: Maria Novella Oppo (Unità ), Francesco Merlo (Repubblica ) e Pierluigi Battista (Corriere ): scriverebbero, sostiene l’anonimo autore, articoli «menzogneri». Mentre la destra, con il Giornale , si gode il soccorso rosso nella campagna anti quirinalizia, la sinistra si spacca: MicroMega , gruppo Espresso, schiera pro Spinelli Roberta De Monticelli, mentre l’Unità , sempre lunedì, con una vignetta di Sergio Staino in prima pagina, saluta «due buone notizie in un giorno solo»: Gianni Cuperlo presidente pd e «Scalfari che sculaccia Spinelli». Lerner sul blog bacchetta l’amico: «Bobo, ti ha dato di volta il cervello? Hai bevuto un bicchiere di troppo?». Per poi ospitare un intervento di Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e giustizia, contro il fondatore di Repubblica : «Lo scontro tra Scalfari e Spinelli va ben oltre la rottura di un’antica amicizia»; riguarda, ad esempio, «cosa sia stato il berlusconismo», e «come si debba agire oggi, con lo spettro di nuovi fascismi». Ieri il Fatto è tornato sulla polemica, con un colpo d’ala di Fabrizio d’Esposito, che ha ricostruito i contrasti tra Altiero Spinelli e la linea del Pci di Giorgio Amendola, che lo espulse perché «deviazionista» antistalinista. Una finezza alla Giambattista Vico. Ma qui non si tratta solo di divisioni interne alla sinistra, visibili nella spaccatura interna a Repubblica, tra chi critica Grillo e difende il Colle e chi fa il contrario, cioè tra Scalfari e Merlo da una parte e Stefano Rodotà e Barbara Spinelli dall’altra. La faglia è profonda, ha un fronte ampio, attraversa sinistra e destra antiberlusconiana, creando strani smottamenti: nell’attacco a Napolitano, infatti, chi sta con Grillo, come Travaglio e Spinelli, si trova dalla stessa parte di colui il quale era considerato il male assoluto, cioè Silvio Berlusconi.

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