Credo sia la prima volta da molto tempo a questa parte che mi viene di iniziare un riflessione con una nota improntata alla speranza.
Due sono gli elementi che la supportano: l’elezione del nuovo Papa e, per quanto riguarda il nostro Paese, la nomina di Pietro Grasso alla Presidenza del Senato e di Laura Boldrini alla Presidenza della Camera.
Dagli auspici espressi sulle diverse sedi vacanti quella del Papa non poteva avere risposta più positiva: la nomina di un cardinale straniero, proveniente nientemeno che dalla “fine del mondo” come lui stesso l’ha definita, la novità e significatività del nome (Francesco) che si è imposto, le prime parole che paiono caratterizzare il suo mandato pastorale.
La Chiesa è un elemento estremamente complesso e certamente non possono essere applicate le normali categorie e parole che si usano per nazioni, stati e politici.
Che Bergoglio fosse stato il candidato dei cosiddetti “progressisti” (e di Carlo Maria Martini) nel conclave che elesse Benedetto XVI dice solo una piccola parte della portata di questa elezione.
In primis il superamento dell’eurocentrismo che rompe per la prima volta una millenaria tradizione che nei tempi si è fatta non solo pretesa di egemonia culturale e dottrinale, ma si è impastata, dalla scoperta dell’America in poi, di spirito di conquista, di schiavitù, di colonialismo.
La strada sarà lunga, difficile, tortuosa, ma certo dal “buonasera” con cui si è presentato, ai primi semplici gesti fino alle prime parole d’ordine (fratellanza, pazienza, rispetto – fino da dare una benedizione “silente” per rispetto di chi non crede-tenerezza) che paiono caratterizzare il suo programma pastorale, ci fa sentire tutti noi meno “lontani” così come capitò ai tempi del Papa Buono e del Concilio e può essere per il mondo intero un elemento di giustizia e pacificazione.
L’altra vacanza riguardava la nostra povera politica e questa volta va riconosciuto che la scelta del PD di candidare a sorpresa questi due “volti” nuovi estranei alla nomenclatura è stata una mossa intelligente e azzeccata e non diminuisce il merito di Bersani il fatto che indubbiamente il tutto sia potuto maturare per la presenza senza dubbio dirompente del M5S.
Non so anche qui che sviluppi vi potranno essere nell’immediato futuro e sulla possibile e necessaria formazione di un governo, ma certamente è stato per la politica italiana un giorno nuovo e impensabile solo poche ore prima, e quindi per ciascuno di noi, un buon giorno.
Il discorso di Laura Boldrini mi ha commosso: ho ritrovato i temi, l’impegno, i toni, la passione che ho sempre sognato e che chiedo alla politica e a chi la fa.
Ma c’è stato bisogno, e spero che tutti lo sappiano riconoscere, di un vero salto qualitativo inimmaginabile rispetto alla deludente campagna elettorale giocata sostanzialmente sulle vecchie logiche e contrapposizioni.
Anche questa legislatura, dopo il traumatico risultato elettorale, era partita nel solito vecchio e consunto modo e non solo da parte di “bicameralisti impenitenti” come Franco Cordero su La Repubblica di domenica ha chiamato la vecchia nomenclatura che non ha ancora capito di essere fuori dal tempo.
Per un po’ quasi tutti avevano pensato al solito scambio di scanni, presidenze e… 8 punti.
Va riconosciuto il merito a M5S di aver sparigliato in modo sostanziale e dirompente le logiche costringendo le forze politiche a uno sforzo di fantasia, di innovazione e di coraggio che mai si erano sognate di dover esercitare.
Adesso siamo però in ansia perchè questo gioco bellissimo, portato all’estremo, rischia di diventare un vero e proprio suicidio.
Mi sta benissimo che controllino “anche le caramelle” della casta, ma i problemi sul tappeto del nostro Paese sono drammatici ed urgenti e non si risolvono solo tagliando le unghie a politici e amministratori.
E’ il momento che si produca urgentemente una politica che dica (soprattutto faccia!) qualcosa per chi , giovane, non trova lavoro (38%) per chi il lavoro lo ha perso o lo sta perdendo, per le famiglie che non arrivano a fine mese, per le aziende, piccole e grandi, che non ce la fanno e chiudono.
Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni auspicando che chi ha avuto il grande merito di saper raccogliere il malcontento e il rifiuto che i partiti sono stati incapaci invece di avvertire e depotenziare con risposte appropriate di rinnovamento al loro interno e di moralizzazione delle istituzioni che hanno impropriamente occupato, non chiuda il proprio orizzonte nella sacrosanta richiesta di pulizia e di etica, ma sappia anche costruire in positivo una politica che sia in grado di affrontare la complessa questione sociale ed economica che stiamo vivendo.
La terza sede vacante era La Federazione del PD mantovano e su questa non si sa cosa dire.
L’iniziativa di LeG Mantova di rivolgersi direttamente ai politici mantovani con una lettera personale non ha sortito alcun effetto come tutti i diversi tentativi di questi anni: sembrano impegnati ad “altro” rispetto alla percezione e al sentire di tanta parte della società mantovana.
Uno solo ha risposto dando la sua personale disponibilità al dialogo (e per quello che lo conosco ci credo e non mi sorprende ) e alla mia osservazione che non ponevo un problema personale o della mia associazione, ma generale e politico, “ di rapporto innovativo, diverso e coraggioso (con la cittadinanza tutta e le forze culturali e associative) che va costruito con atti, gesti, aperture di credito, assunzione di responsabilità, creatività, luoghi, occasioni che devono essere cercate, costruite, favorite, incoraggiate”, la sua risposta è stata scoraggiante.
“…..ho compreso, ma il problema è che ora….siamo senza alcun navigatore…esiste ancora la segreteria.., ma sarà da novembre/ dicembre che non viene convocata… e l’assemblea provinciale da dicembre…ora sono sicuro che inizieranno tutti i giochi sotterranei per andare a congresso (anticipato? con traghettatori? bohhh).. puoi bene immaginare in quale clima di assoluto bailamme….”
Non faccio fatica a pensare che il clima sia veramente questo, ma davvero siamo ancora a questi giochi di fazioni e di piccolo cabotaggio, mentre il mondo corre, corre…
Le altre sedi vacanti sono state o stanno per essere affrontate con creatività, novità, altri gesti , nuove parole…
E’ troppo sperare che anche in questa piccola sede vacante soffi un laico spirito santo, ma altrettanto fresco ed innovativo capace di trasformare radicalmente il partito facendolo diventare struttura di servizio della comunità e canale di comunicazione fra i cittadini e le istituzioni come art. 49 della Costituzione vorrebbe?