Grazie

24 Gennaio 2013

Rivendichiamo il lavoro fatto in questi anni e alla politica che ci ha dato ascolto, diciamo semplicemente: grazie. A tutti voi, soci e amici, rivolgiamo un altro grazie particolarmente affettuoso. Senza il vostro sostegno economico la grande comunità di Libertà e Giustizia oggi non ci sarebbe. Abbiamo bisogno di voi per continuare a esistere.

Non tutti i candidati sono “nuovi”, non tutti sono “puliti”: ma è difficile non riconoscere che le cose stanno andando diversamente da come era possibile aspettarsi solo pochi mesi fa.
E sarebbe da ciechi non vedere che, pur in presenza del Porcellum che nessuno ha veramente avuto interesse a cambiare come Libertà e Giustizia chiedeva almeno dall’inizio della scorsa legislatura, uno sforzo per contrastare le liste bloccate e per avvicinare i candidati al Paese reale, è stato compiuto.
Non ci basta, è troppo poco.
Grande è infatti ancora il distacco dei cittadini dalla politica persa in una campagna elettorale fatta di fandonie e troppo spesso di promesse e impegni non realizzabili. Una politica bloccata dall’antico e remunerativo connubio con le banche e la finanza. E forte dunque deve ancora essere l’impegno di tutti a denunciare chi sfrutta questo momento storico per acquisire pezzi di potere personale e non il consenso di individui liberi e informati.
Ciò detto, è venuto il momento di rivendicare alla società civile un grande merito: quel “nuovo” che c’è, quel “pulito” che c’è, è merito nostro, prima di tutto.
Siamo noi, società civile, che lo abbiamo preteso negli anni passati. Noi che abbiamo alzato la voce, contro la corruzione dilagante quando molti interessati facevano finta di non sentire.
Noi, società civile, che abbiamo gridato forte: nelle piazze delle immense manifestazioni, nei cortei nelle grandi città e nelle province. Noi che abbiamo raccolto le firme per i referendum, noi che abbiamo eletto i sindaci “puliti” e “nuovi” di alcune grandi città.
Noi che abbiamo raccolto un milione di firme per “riempire il vuoto”, per “rompere il silenzio”, per chiedere le dimissioni di Berlusconi, per “ricucire l’Italia”, come dicevano i titoli dei manifesti di Gustavo Zagrebelsky.
Noi che abbiamo detto: “vogliamo tutto per tutti e niente per noi”.
La nostra voce, in questi anni, era la voce di chi è vicino ai cittadini, nel territorio, nelle città abbandonate dai politici “nominati” in un Parlamento così remoto dai bisogni e dalle richieste che nascevano da lontananze sempre più profonde.
Dunque, alla fine siamo stati ascoltati: si poteva far di più e meglio. Ma oggi a me pare che possiamo andare a testa alta: la strada era giusta e abbiamo incontrato politici che hanno capito.
Non si può fare come se le primarie non ci fossero state.
Così come non si può ignorare che alla fine il Pdl è stato costretto a tener fuori dal parlamento Cosentino e Dell’Utri. I sondaggi di Berlusconi hanno confermato la nostra idea: moltissimi italiani non ne possono più dell’Italia corrotta e malavitosa; moltissimi italiani pretendono politici “puliti”; moltissimi italiani vogliono che il potere sia per fare il bene del Paese e non per arricchirsi.
Rispetto a queste richieste, siamo ancora lontanissimi ma la via è quella giusta.
Qualcuno potrebbe riconoscere il merito della società civile? Questo non accadrà mai.
Anzi, diciamolo: oggi si tende a sminuire e dileggiare questa bellissima espressione.
Ma noi di LeG non l’abbandoniamo: rivendichiamo con fierezza la definizione autentica di “cittadinanza attiva” che essa ha più o meno in tutto il mondo. I tentativi di affibbiarla a questo o quel singolo cittadino semplicemente perché non è iscritto a nessun partito, non ci toccano.
Noi sappiamo che abbiamo “pesato” su queste elezioni e ne siamo fieri.

Rivendichiamo il lavoro fatto in questi anni e alla politica che ci ha dato ascolto, diciamo semplicemente: grazie.

A tutti voi, soci e amici, rivolgiamo un altro grazie particolarmente affettuoso. Senza il vostro sostegno economico la grande comunità di Libertà e Giustizia oggi non ci sarebbe.
Abbiamo bisogno di voi per continuare a esistere.

 

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