Spesso in un viaggio scegliamo la strada più lunga e piana, rispetto a quella più breve ma pericolosa.
E’ quello che sta accadendo per la tutela della libertà e del pluralismo dell’informazione.
Come Associazioni e sindacati abbiamo deciso che è molto meglio fare la via lunga di un’iniziativa dei cittadini europei (ICE) raccogliendo un milione di firme in almeno sette Paesi dell’UE, che avviare una legge di iniziativa popolare in Italia, solo apparentemente più breve, ma destinata a rimanere nei magazzini del Parlamento, perché non verrà mai discussa in aula.
Invece l’ICE – che prevede anche la raccolta di firme on line – deve essere discussa dalla Commissione Europea, e deve tradursi in una decisione. Allora sarà l’Europa a darci finalmente una normativa contro il conflitto d’interesse?
Non proprio, perché la Commissione ha competenza sul regolamento del mercato e tratta i condizionamenti della libertà e di stampa come se fossero “turbative” alla libera concorrenza dovute a concentrazioni abnormi e a posizioni dominanti.
Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo