Giovedì 3 maggio, nella sala Obi Hall di Firenze, si è svolto un interessante momento di confronto tra i promotori del documento “Etica e trasparenza: la politica alla luce del sole“, iscritti al Pd e rappresentanti di alcune associazione della società civile toscana.
La storia. Alcune settimane fa un significativo gruppo di iscritti al Pd cittadino ( tra i quali consiglieri comunali, provinciali, segretari di circolo e di quartiere) redige un documento che ricorda molto un vero “grido di dolore” rivolto ai vari livelli della dirigenze locali.
Nel documento si chiede a gran voce che il Pd sia realmente”democratico, unito e moralmente inattaccabile”; chiarezza e trasparenza nell’uso delle risorse finanziarie, trasparenza e pubblicità dei bilanci e delle fonti di finanziamento; limitare divisioni e ridurre il peso delle fondazioni, centri studi et similia, e che non siano strumenti di indebolimento della dirigenza o utilizzate per lotte di potere interno. E per concludere richiamo fermo e deciso contro i “doppi incarichi”, blocco micidiale al ricambio generazionale.
Motivazione originaria della genesi di questo documento è la constatazione della mancanza di un reale rispetto delle regole, della caduta libera della fiducia dei cittadini elettori verso la classe politica (di tutti i livelli) causata dal fatto che i rappresentanti non sono, troppo spesso, un esempio per i rappresentati, in ordine ai principi etici e di trasparenza.
Questo documento è stato inviato ai vari circoli metropolitani e ha raccolto un ragguardevole consenso.
Si sono succeduti vari interventi da parte dei vari dirigenti e esponenti storici del partito tra i quali Patrizio Mecacci, segretario metropolitino,Lorenza Giani, segretaria cittadina, le parlamentari Vittoria Franco e Rosa di Pasquale, l’ex sindaco Mario Primicerio e l’ex vicesindaco Giuseppe Matulli e Daniela Lastri, consigliere regionale.
Il comune denominatore è stato il richiamo condiviso verso una reale assunzione di consapevolezza dei problemi denunciati dal documento degli”eretici fiorentini”, ma a mio avviso è mancata una precisa traccia per un percorso di superamento dei vari problemi indicati; o meglio, la volontà condivisa non è assolutamente sufficiente a indicare risposte.
Risposte operative sono invece venute, guarda caso, dai rappresentanti delle associazioni della società civile presenti, prima da parte di Francesca Rampini di Snoq che ha indicato 5 precise proposte per rendere effettiva la parità di genere a livello di candidature nelle assemblee elettive e nei vari livelli di governance.
Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, ha sottolineato come recenti critiche alla nostra associazione da parte di esponenti della direzione nazionale del Pd o di intellettuali”organici” su l’Unità, dimostrino come ancora oggi esistano disconnessioni sostanziali tra la società civile – che vuole invece relazionarsi costruttivamente al mondo della politica – e la politica stessa; noi crediamo nei partiti e siamo convinti che senza di essi la democrazia non possa sorreggersi, ma è ineludibile e improcrastinabile uno sforzo comune per ridisegnare le architetture e le modalità partecipative dei cittadini elettori verso i centri di rappresentanza. La società civile e Libertà e Giustizia in testa non si sottrarranno mai dal compito di tentare di costruire ponti con il mondo della politica.
Andrea Campinoti di Avviso Pubblico ha mostrato come sia possibile che anche dall’interno della stessa politica possano attivarsi gli anticorpi necessari per rendere eticamente adeguata e trasparente l’attività nelle amministrazioni pubbliche; in tal senso è stato pubblicato recentemente un documento , la “Carta di Pisa” vero e proprio codice etico destinato agli amministratori pubblici e contenente specifiche regole di condotta e di comportamento finalizzate a rafforzare la trasparenza e la legalità all’interno delle istituzioni pubbliche.
L’impegno di tutti è stato quello di dare seguito a questi confronti per giungere a una condivisione di proposte finalizzate a rendere effettiva la trasparenza e la condotta etica della politica, a partire proprio dai livelli più bassi.
L’impressione che abbiamo raccolto è quella che le motivazioni che hanno mosso gli organizzatori (redattori del documento) siano assolutamente genuine e reali : chi, dall’interno, e da tanto tempo dedica buona parte delle proprie passioni ed energie alla costruzione di una struttura rappresentativa degna del nome che si è data, non riesce a tollerare più le distorsioni e le ricorrenti forzature ai principi che dovrebbero guidarla. Il loro credito intellettuale e politico (la loro dignità politica) è minato nel profondo. E sentono la necessità di reagire.
Allo stesso tempo si percepisce invece, a diversi livelli, una sostanziale incapacità di recepire questo profonda insoddisfazione, questo disagio “esistenziale” e morale; quasi come un insensato e colpevole arroccamento dentro a fortezze autoreferenziali .
Noi della società civile non ci stancheremo di suonare “le nostre trombe” verso queste fortezze, verso queste mura di Gerico. O ora o mai più.
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