Da oggi a Siena le donne italiane lavorano a una sfida difficile: trovare il filo che tiene insieme tutto, il vento della primavera scorsa, l´impegno che da allora ci trova a procedere insieme, singole cittadine di questa nostra Italia difficile e arroccata in difesa di vecchi privilegi, associazioni e movimenti che condividono il cammino, istituzioni che vogliono partecipare.
Insieme per cambiare il Paese, perché quel filo rappresenta la capacità di capire e risolvere i problemi: i diritti che ancora non abbiamo e che ci tengono agganciati alla parte più retriva del mondo civile. Sono i numeri che parlano, che svelano la differenza. Cifre ripetute da istituti di ricerca nazionali e internazionali. Cifre che le donne hanno impresse nella loro carne, nei sentimenti, nella vita di ognuna. La marcia che ci porta a Siena ha secoli di storia alle spalle. Una storia che può dare le ali invece di piombo ai piedi, se la possiamo ricordare in maniera saggia e non respingerla perché antica.
La sfida può essere vinta, finalmente, con la conferma di un movimento forte, deciso, concreto e idealista insieme, e soprattutto, autonomo. L´orgoglio dell´autonomia è una linfa vitale, è una fonte di energia che riesce a farti procedere anche nei momenti più duri della vita che sono tanti, forse troppi se vissuti in solitudine. Ed è proprio quando i dubbi sono più dolorosi, quando la mattina ti svegli e non sai come arrivare alla fine della giornata, quando i tanti ruoli della donna si accavallano fino a creare montagne di difficoltà è proprio allora che sapersi libere dà la spinta ad andare avanti. E´ sempre stato così nella storia: sopravvivono e crescono i liberi, cedono quelli che si erano coperti le spalle all´ombra di qualcuno.
Lavoro, corpo delle donne, maternità. Cosa altro? C´è tutta la storia di ognuna di noi, nelle aree tematiche dell´incontro. Mille storie che sono una storia soltanto, autonoma e forte, un filo che non si spezzerà. E´ l´augurio che mando a Siena. Mi sono sentita dire spesso, nella vita, che io sono “una donna forte”. Non è vero: non ci sono donne forti e donne meno forti. Ci sono donne e basta, che sono insieme forti e deboli, decise e incerte, felici e tremendamente tristi. Una sera, durante uno degli incontri del comitato fiorentino di “Se non ora quando” , una di noi ci ha detto: perché non c´è il tema della scuola fra quelli previsti?
Mi sono portata via la sua domanda. E la trasmetto alle amiche. Aveva ragione? O la scuola come altri temi che oggi ci sono così vicini, come la rappresentanza politica, la legalità o la sanità o l´ambiente e via dicendo fanno già in qualche modo parte della nostra discussione e delle nostre proposte? Avremo tempo per pensare e continuare a cercare soluzioni e il modo migliore per imporle alla politica.
La strada è lunga ma possiamo decidere se percorrerla con le ali dell´autonomia ai piedi o con il piombo della subalternità.
A me piace pensare che nessun partito, nessun movimento, nessuna di noi singolarmente cercherà di appropriarsi di “Se non ora quando?”. Le ali dell´autonomia saranno le nostre.
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