Dieci incontri: a Palazzo Marino e nelle 9 zone del decentramento amministrativo, più di 1.000 partecipanti: l’assessore all’urbanistica, i capigruppo di maggioranza e di minoranza, molti consiglieri di zona, i rappresentanti di associazioni e di comitati, ma soprattutto tanti, tantissimi cittadini. E, ancora, 12 urbanisti e 10 ospiti della società civile a raccontare il PGT e la loro idea di città. Questi, in sintesi, i numeri dell’iniziativa di Libertà e Giustizia, Arci, Acli e Legambiente per far conoscere alla città il futuro PGT, adottato lo scorso luglio dopo un serrato confronto durato oltre sette mesi in Consiglio Comunale, che ha richiesto 55 sedute e la discussione di oltre 1.400 emendamenti.
Il PGT è un documento molto importante, perché mette in gioco la qualità della vita a Milano, definendo chi, dove, quanto e come si potrà costruire, ma soprattutto quanti e quali servizi avranno i milanesi: dal verde alla mobilità, dagli spazi pubblici all’housing sociale alle scuole e altro ancora.
Il tempo a disposizione per informarsi, per confrontarsi e per presentare eventuali osservazioni è però limitato: solo 60 giorni. E i documenti da consultare sono ponderosi e complessi. Per questo, siamo andati “di corsa”, realizzando i 10 appuntamenti in poco più di un mese: dal 16 settembre, giorno successivo alla pubblicazione, al 18 ottobre. Il nostro obiettivo era uno solo: informare i cittadini su strategie, contenuti, prospettive e criticità del PGT, per consentire loro di esercitare un legittimo diritto, quello di presentare osservazioni, indicando i cambiamenti ritenuti più utili per Milano.
Man mano che il nostro “Tour PGT” proseguiva, ci siamo accorti che tutti si ponevano la stessa domanda: è questa la Milano in cui vogliamo abitare, lavorare e far crescere i nostri figli? Così, quartiere per quartiere, abbiamo ascoltato bisogni, aspettative, istanze, proposte, opposizioni: le abbiamo raccolte – almeno in parte – in una serie di osservazioni , e che riteniamo decisive per migliorare il PGT adottato.
La nuova città è costruita sui veleni: l’inchiesta di Repubblica