Parole sensate, quelle dette da Pierluigi Bersani a Fabio Fazio. E di buon senso c’è grande bisogno in questi tempi di impazzimento collettivo. Adesso, spiega il segretario del Pd, bisogna agire su due piani: quello della difesa della democrazia e della Costituzione e quello del governo vero e proprio. Il primo piano è il più urgente, e comprende la riforma delle legge elettorale. Qui le alleanze devono essere aperte a chiunque ne condivida l’obiettivo, da Fini a Vendola. E non è un’ammucchiata, perché le regole devono essere il più possibile condivise. Poi, “messa in sicurezza la democrazia”, verrà il tempo del governo, e allora ognuno tornerà nel suo campo.
Perciò basta con i veti reciproci, i nasini arricciati e le allergie contrapposte. Basta col piantare bandierine qua e là al solo scopo di guadagnare una visibilità che finirebbe per riconsegnare la vittoria a Berlusconi. Ci vuole altro, adesso: ci vuole disponibilità e onestà intellettuale, perché solo così si potranno ricostruire i pilastri della civile convivenza e creare il clima adatto alla ripresa di una dialettica politica normale, degna di un paese occidentale e non di una satrapia talebana.
Chiariamo anche un’altra cosa: l’eventuale governo postberlusconiano che potrebbe essere chiamato a riscrivere la legge elettorale NON sarebbe un sovvertimento del verdetto elettorale. Perchè in democrazia la maggioranza degli eletti, quelli che voterebbero la fiducia ad un simile governo, rappresenta la maggioranza degli elettori. Punto e basta. Berlusconi voleva mandare in Parlamento truppe di automi programmati all’obbedienza? Beh, non è così che funziona un sistema democratico. Spetta alle opposizioni e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà dimostrarglielo una volta per tutte. Speriamo che nessuno si assuma la responsabilità di far fallire quest’ultima occasione.