Dalla manifestazione di LeG davanti a Montecitorio, mercoledì 22 settembre, si possono trarre alcune conclusioni. Che, va detto subito, non sono particolarmente incoraggianti (nonostante le assicurazione di Michele Ventura). Dunque: tutti dicono di voler archiviare l’orribile Porcellum. E va bene. Ma quando si arriva al passo successivo, e cioè con quale legge sostituirlo, cominciano i guai. Perché ciascuno ha la propria ricetta e assicura di volerla difendere con le unghie e con i denti.
Vediamo. I sistemi elettorali hanno tutti una loro funzionalità. L’uninominale all’inglese, a turno unico, semplifica l’offerta politica, costringe i partiti a strutturarsi e gli elettori a scegliere tra opzioni chiare e definite. L’uninominale alla francese, col doppio turno, corregge un difetto di quello all’inglese, cioè la possibilità che l’eletto rappresenti una quota assai minoritaria dell’elettorato, ma rende la selezione meno drastica, tant’è che in Francia esistono moltissimi partiti. Il proporzionale, anche nella versione corretta alla tedesca, non dà al cittadino la facoltà di determinare le alleanze di governo (che infatti si realizzano all’indomani del voto) ma garantisce la massima rappresentatività delle forze presenti nella società.
Naturalmente questa è un’illustrazione assai schematica, ma serve a spiegare su che cosa si scontrano le forze in campo. Se fosse possibile confrontarsi serenamente sulla diverse ipotesi, probabilmente ci sarebbe la possibilità di arrivare ad una soluzione. Ma questa non è una fase che favorisce il confronto. E, soprattutto, non c’è tempo per discutere. E’ per questo che LeG ha proposto il ritorno al Mattarellum. Non è che ci piaccia più di tanto un meccanismo così confuso, che mette insieme uninominale e proporzionale, e che ha favorito la nascita di partitini e gruppuscoli. È che il Mattarellum elimina due delle storture più evidenti delle legge porcata: il premio che trasforma la minoranza più forte in una maggioranza di seggi alla Camera (la legge truffa al confronto era un esercizio di bon ton), e l’impossibilità per gli elettori di scegliere gli eletti.
Non è l’ideale, ma è la cosa più semplice da fare: basta abolire il Porcellum per tornare alla legge precedente. Si vota una legge con un solo articolo, e il gioco è fatto. Dovrebbe essere interesse di tutte le opposizioni, nessuna esclusa. Se queste forze, più i finiani, raggiungessero un accordo minimo su questo punto, darebbero al presidente della Repubblica la possibilità, in caso di crisi, di tentare la formazione di un governo finalizzato a questo scopo. Eppure sembra che anche questo obiettivo minimo sia irraggiungibile.
Perché appena si sfiora l’argomento ecco che rispunta la guerra tra uninominalisti e proporzionalisti, quella che ha impedito a suo tempo la riforma del Mattarellum e ha aperto la strada alla sciagurata legge in vigore. Sembra che nessuno abbia la percezione della eccezionalità della situazione, e dell’unicità dell’occasione che abbiamo davanti. Così rischiamo di perdere anche questo treno e di regalare a Berlusconi l’ennesima vittoria. E’ questo che si vuole? Qualcuno è cosciente del rischio? Sarebbe bello avere una risposta.
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