Le due mosse che hanno messo i finiani all’angolo

29 Luglio 2010

Se lo sentiva. Due sere fa Gianfranco Fini, congedandosi dall’amico Silvano Moffa, gli aveva detto: «Vedrai, ora inizierà la stagione del fango. Ma tranquilli, l’arma finale non esiste». Come dire: io sono inattaccabile, non ci sono dossier capaci di darmi scacco matto. Ma ieri mattina, quando il Presidente della Camera è stato avvisato dell’articolo pubblicato dal “Giornale” su una «strana casa a Montecarlo», con la storia di un appartamento lasciato in eredità ad An e ora abitato dal fratello della sua attuale compagna, Elisabetta Tulliani, Gianfranco Fini ha capito che era partito l’attacco finale di Berlusconi.

Per mezza giornata il Presidente della Camera si è preoccupato di smontare il dossier (anche se nessuna smentita è partita da Montecitorio), poi sul far della sera Fini ha capito che il Cavaliere lo stava accerchiando. Con altri dossier in preparazione? Con altre mosse a sorpresa? Alle sei della sera Fini, ancor prima delle dietrologie, ha capito il gioco visibile ad occhio nudo: l’altro gli stava facendo terra bruciata attorno. In due mosse era pronto lo scacco matto del Cavaliere. La prima mossa, esiziale per i finiani, si è consumata durante tutta la giornata: Berlusconi – con una accurata “campagna acquisti” – si è garantito l’autosufficienza, si è “costruito” una maggioranza parlamentare che potesse andare avanti anche senza i finiani, che da settimane vantavano questa arma di ricatto: senza di noi, che siamo 33 alla Camera e 14 al Senato, il governo cade. Seconda mossa: ieri mattina Berlusconi ha finito di preparare i congegni per misurarsi ed espellere i finiani più esposti. Alle sei della sera, quando Fini ha cercato una via di fuga. Prima ha immaginato di affidare la svolta ad una telefonata con Berlusconi. Ma i ponti erano saltati da diversi giorni e a quel punto non restava che una esternazione unilaterale. Ha pensato a Giuliano Ferrara, che da mesi ritiene che la cosa migliore sarebbe un Pdl nel quale, ferma restando la leadership ovvia di Berlusconi, si possa discutere. E in ogni caso, nel momento di massima difficoltà, quale soluzione più brillante di un’intervista ad un giornale come il “Foglio”? Dopo essersi consultato con i suoi, Italo Bocchino in testa, Fini ha provato a rilanciare l’esile cerino dall’altra parte. Con un messaggio chiaro: caro Silvio, io sono pronto a far la pace. Per il bene del Pdl e per il bene del Paese, liberiamoci delle curve degli ultras e cominciamo una nuova storia. Con quell’incipit («Resettiamo tutto, senza risentimenti») che a Fini deve esser costato caro, ma che era il prezzo da pagare per provare a piegare la resistenza del Presidente del Consiglio. E d’altra parte, appena Fini ha licenziato il testo per le agenzie, le tifoserie hanno ricominciato a sgolarsi. Il messaggio degli ultras di An a Berlusconi è stato immediato: caro Silvio, non mollare, fra un mese siamo allo stesso punto. Ed è proprio tra i peones che Berlusconi ha vinto la sua battaglia. Da mesi gli amici del Presidente della Camera ripetevano, prima sottovoce e poi a voce alta: «La nostra polizza di assicurazione sta nel fatto che siamo decisivi per il governo».

Un calcolo plausibile, ma solo a bocce ferme. Fino a ieri mattina il centrodestra poteva vantare alla Camera sul voto favorevole di 342 voti, dunque 26 in più della della maggioranza, 316. Gli amici di Fini hanno sempre detto di essere in 33 alla Camera, una stima che non ha mai convinto i berlusconiani. Ma per tagliare ogni incertezza ieri mattina Berlusconi ha convocato a palazzo Grazioli due deputati eletti col Pdl e che avevano lasciato la maggioranza (Italo Tanoni e Daniela Melchiorre) e altri tentennanti sono stati contattati in modo più riservato. Fatti e rifatti i conti, Berlusconi e Fini hanno capito la stessa cosa: il governo aveva una maggioranza, non solida ma sicura.

leggi su Stampa.it

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.

×