L’eversione quotidiana

28 Giugno 2010

Stefano Rodotà

I FATTI di questo periodo obbligano a concludere che l’attuale fase politica e istituzionale deve essere pure definita come quella dell'”eversione quotidiana”. Questo nuovo dato di realtà può essere colto se si riflette su una domanda che molti hanno fatto negli ultimi tempi: vi è una differenza tra il tempo di Mani pulite e la nuova ondata corruttiva che è davanti ai nostri occhi?

Questa differenza esiste, ed è profonda. Non siamo soltanto di fronte al prepotente ritorno di una corruzione alla quale l’azione giudiziaria aveva cercato di porre un argine. E che aveva sostanzialmente le sue radici in un bisogno della politica di “approvvigionarsi” di risorse finanziarie, con ovvie contiguità con il mondo degli affari e arricchimenti privati che accompagnavano il flusso di denaro verso i partiti. Oggi le cose sono diverse, e il caso Brancher, ultimo tra i tanti, lo illustra nel modo più eloquente.

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