Incredula, choccata da quello che le sembra un amaro paradosso. Marcelle Padovani, la giornalista francese che con il giudice Giovani Falcone ha scritto Cose di Cosa nostra (Rizzoli, 1991), un libro fondamentale sulla mafia, trattiene le risate. La Rai ha bloccato la messa in onda della fiction in due puntate Giovanni Falcone. Doveva trasmetterla il 23 maggio, in occasione dell’anniversario della Strage di Capaci, ma il direttore di Rai fiction, Agostino Saccà ha annunciato a sorpresa un cambio di palinsesto. Par condicio. Uno dei personaggi del film è Paolo Borsellino, e la sorella di Borsellino, Rita è candidata alla presidenza della Regione Sicilia. “E’ paradossale, sconvolge ogni regola di buonsenso – commenta la Padovani – Se fossimo in Francia direi che è una gag degna di Alfred Jarry, il fondatore del teatro dell’assurdo”. Saccà si appella alla par condicio. La Padovani grida alla censura. “L’opportunismo e la vigliaccheria dei dirigenti Rai è ormai più che evidente. Per par condicio, allora che si dovrebbe fare? Penso che Totò Cuffaro, lo sfidante di Rita Borsellino, dovrebbe impegnarsi a che uno dei suoi familiari sia ucciso dalla mafia. A quel punto qualcuno dovrebbe poi girarne un film, così da permettere alla Ra di fare uno speciale Mafia-par condicio. Muoio dal ridere, se non ci fosse invece da piangere.
A me sembra tutta una scusa, un bel regalo della Tv di Stato per l’arrivo al governo del Centrosinistra”.
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