“Lasciatemi dire che io non capisco la titubanza a esporsi in prima persona”…
La sala lo applaude, si conoscono tutti o quasi qui a Ravenna e in altre provincie dove stanno organizzandosi i comitati del NO. Si riconoscono dalle battaglie già fatte e sono pronti a fare questa ultima, il grande referendum di ottobre. Vorrebbero che ci fossero tutti quelli del 2006 ma sanno che questa volta è diverso, che questa volta è davvero difficile. Non c’è il Pd, che comunque “non è più di sinistra” e, per ora, tentenna la Cgil. C’è l’ANPI, finalmente, unica associazione autorizzata a portare in piazza e ai tavoli la loro bandiera che è anche la nostra, quella in cui tutti ci riconosciamo, “perché la Costituzione viene da lì, dalla lotta contro la dittatura”.
La legge Boschi ormai la conoscono bene, l’hanno già studiata e molto hanno letto e riflettuto in questi mesi. Conoscono anche gli effetti pericolosi dell’Italicum, e sanno che il “combinato disposto” di riforma e legge elettorale avrà conseguenze perverse.
Allora di cosa parliamo se siamo già pronti e informati?
Parliamo soprattutto di come fare a rompere il muro della propaganda imposta dal governo. Siamo gente pratica. Ci rendiamo conto di quanto grande sia l’altra Italia, quella che invece ancora non è informata, non sa, e sarà molto difficile raggiungerla. Come si fa?
Intanto è molto probabile che tra aprile, maggio e giugno si decida di raccogliere le firme per due referendum che si dovrebbero fare nel 2017: quelli contro gli aspetti peggiori della legge elettorale: parlamentari nominati e premio di maggioranza. E questo come si spiega? Dicendo che siamo contrari all’Italicum. Dovremo scrivere SI sulla scheda, l’anno prossimo, perché chiediamo che quei punti siano abrogati. Conviene riflettere su cosa significhi una legge sìfatta: ricordiamo cosa fu la legge Acerbo, vero e proprio suicidio di un Parlamento. Il listone nazionale che superava il 25 per cento avrebbe avuto in premio i due terzi della Camera. Fu così che il listone Mussolini prese il 60% dei voti e le opposizioni il 35%. Da quel giorno Mussolini non ebbe più ostacoli a cancellare la libertà e a introdurre le leggi più odiose.
“E fu così che il Parlamento divenne davvero un bivacco di manipoli”. Domenico Gallo del Comitato nazionale del No, ricorda: “Previdero Amendola e Turati: attraverso la legge elettorale cambiano la Costituzione e la natura del Parlamento: nascerà un governo oligarchico”. Arrivarono le bastonate, la morte, la fuga il carcere…
Lo ricordiamo, ma nessuno pensa che questa potrebbe essere la situazione italiana… l’Italia delle promesse di Renzi. A meno che non si guardi un poco più in là, all’Europa che oggi fa paura e all’ondata di sentimenti razzisti. Conviene abbassare la guardia e cancellare ogni contrappeso solo per sapere la sera delle elezioni (ma forse anche il giorno prima) chi ha vinto e chi ha perso?
Conviene lasciar approvare senza opporre resistenza la riforma della Costituzione del governo Renzi, firmata dalla Boschi?
Noi non possiamo non opporci, perché è una legge che non riforma ma sconquassa, non rende più spedito l’iter delle leggi ma lo complica, perchè toglie tutto il potere al Parlamento e lo affida al capo del governo che è lo stesso che sceglie i deputati.
Una legge brutta, fatta male e pericolosa.
Nemmeno io capisco le titubanze. Ma come mi dice a Rimini un uomo di mezza età venuto apposta da una provincia abbastanza lontana: “Io e lei eravamo insieme sul palco a una festa dell’Unità, insieme a Prodi, ma oggi me lo immaginavo che l’avrebbe pensata così…”.
A Napoli il Comandante Lauro fu l’antesignano, con metodi partoriti dalla sempre straordinaria ed inimitabile fantasia partenopea (la favola popolare racconta addirittura della consegna, in quei tempi di disperata miseria, di una sola scarpa prima del voto … la seconda se comprovato), del metodo elettorale oggi scaduto a “foto del cinese”… forse per documentare un diritto a qualche forma di ricompensa, perfino alle primarie PD di Milano! Il prode segretario, disinvoltamente scavalcato l’abisso tra i valori non commerciabili della sinistra di un tempo nobile, e l’ossessione della vittoria ad ogni costo, anche se questo prezzo lo stanno pagando gli ormai pochi eredi di Gramsci e Berlinguer, Don Chisciotte sì ma soprattutto politico di moderna razza verdiniana, Renzi il difensore dei deboli, eppure solidale con i Marchionne, garante dei diritti dei truffati in banca Etruria ma dimentico dell’urgenza di interventi senza sconti a favore dei truffatori, paladino insieme al “ Sancho Panza” Alfano di mirabolanti vicende, talmente squallide da chiedersi se davvero siamo precipitatati al fondo della democrazia reale, pur continuando semplicemente a navigare, come si dice in pubblicità, nel miglior mondo virtuale possibile, fino alla prossima, più conveniente offerta commerciale. Giampiero Buccianti
Totalmente condivisibile l’articolo di Sandra Bonsanti. Purtroppo il timore (quasi una certezza) è che il referendum passerà a favore del bulletto di Rignano. In Italia, già da tempo, non c’è più una vera opposizione. Gli unici che potrebbero assumersi questo ruolo sono il M5S ma sono troppo arroccati su posizioni intransigenti e integraliste. All’inizio non andavano in TV, poi hanno visto che la loro presenza in qualche talk show ha fatto bene al consenso nelle loro posizioni. Hanno rinunciato troppo in fretta ai rimborsi elettorale. Oggi farebbero comodo per una massiccia campagna di informazione a mezzo stampa, volantinaggio, manifesti e quant’altro. Purtroppo la realtà è questa. La pubblicità è l’anima del commercio ed allora: perché non utilizzare le stesse armi che usa il potere?
La filosofia dei duri e puri in Italia paga poco, male e con rate troppo dilungate nel tempo….
Non sto a rovellarmi il cervello sul “SI” o sul “NO. Noi (e ci sono pure io) non possiamo che opporci a questo scempio.
giulio
Mi fa specie mettermi dalla stessa parte di quella personificazione de “la banalità del male” quale é Salvini. Tuttavia “non posso non oppormi” alla legge Boschi e all’Italicum, in quanto sono delle ostruzioni nella comunicazione tra opinione pubblica e i processi di dibattito e di decisione istituzionalizzati; comunicazione fondamentale in una democrazia costituzionale deliberativa.
Condivido pienamente il “non possiamo non opporci”. Occorre organizzarsi e fare, ad esempio, volantini che riassumano in poche righe l’essenza di questa opposizione per rendere quanto più efficace possibile il “passaparola” che sarà, forse, l’unica vera grande arma di comunicazione a disposizione delle persone e delle associazioni impegnate per il NO. Credo che la gente non voglia esporsi perchè ha semplicemente paura di tutte le possibili ritorsioni a cui può andare incontro.
ERA ORA che si dicessero le cose moro su bianco!
Adesso NESSUNO può più nascondersi dietro un dito!
Chi decide di non esporsi e di non opporsi a questo sfregio alla Costituzione del ’48
SA DI ESSERE COMPLICE
Della prossima ventura dittatura ( più o meno mascherata ma non per questo meno feroce) che un neoliberismo sempre più autoreferenziale e “impazzito” sta instaurando.
GRAZIE SANDRA
Illustre Bonsanti,
Lei scrive: “parliamo soprattutto di come fare a rompere il muro della propaganda imposta dal governo. Siamo gente pratica. Ci rendiamo conto di quanto grande sia l’altra Italia, quella che invece ancora non è informata, non sa, e sarà molto difficile raggiungerla. Come si fa?”
Ma soprattutto come si farà a portarla al seggio con queste motivazioni a cui è sensibile solo una minoranza di Cittadini evoluti? Come si farà a portarne al seggio 24 milioni per gli altri referendum a fronte di una macchina propagandistica potentissima e facilmente armata di slogan e strumenti?
Ma come ha fatto Lei che il 16/06/11 firmò su questi spazi “COSTRUIRE LA RIVOLUZIONE” che terminava: “Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie.
Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.” (S. Bonsanti), come ha fatto a non cogliere e riproporre con l’efficacia che le appartiene, il POTENZIALE di CAMBIAMENTO di quel + 95% che da lustri dichiara alla demoscopia il suo disprezzo per la cattiva politica della casta?
MA COME HA FATTO? Sarebbe bastato un niente ad accendere di entusiasmo una Cittadinanza intera! Ed invece ci troviamo faticosamente impegnati in battaglie difficilissime, ad armi impari e sul terreno dell’avversario!
MA COME HA FATTO!
Le sarò eternamente grato se vorrà un giorno mettermi a tacere spiegandomi perchè non si è voluto percorrere una via più