“Quando parliamo della responsabilità civile dei magistrati pretendiamo che il principio che la legge è uguale per tutti, di cui i magistrati sono i primi portatori sulla toga, valga veramente per tutti. I medici si assicurano sulla responsabilità civile della loro professione, lo faranno anche i magistrati”. Così il ministro della Giustizia Angelino Alfano, nel corso del suo intervento al convegno Il cantiere giustizia, organizzato dalla Camera penale di Novara, il 25 marzo.
A ripensarci, sorge il dubbio: se la linea è questa, le compagnie assicurative scaldano i motori. Anche quelle della famiglia Berlusconi? L’ultimo acquisto nel settore risale a febbraio, quando attraverso la Holding Italiana Quattordicesima, una delle sette finanziarie con cui la famiglia del presidente del Consiglio controlla Fininvest, ha acquisito una quota di Assicurazioni.it, il portale delle polizze italiane. Ma l’interesse nel settore è arcinoto,valga per tutte la società con Ennio Doris per Banca Mediolanum, specializzata nel risparmio gestito. Altre assicurazioni si possono trovare in questo elenco.
A proposito di Mediolanum, qualcosa di più di un sospetto si nasconde dietro la serie di norme approvate nel 2005 a favore delle compagnie assicurative, nella riforma della previdenza integrativa e complementare (dl 252/2005), fra cui lo spostamento 14 miliardiverso le assicurazioni, alcune norme che forniscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale (a beneficio anche di Mediolanume soprattutto lo slittamento della normativa al 2008 per assecondare gli interessi della potente lobby degli assicuratori, di cui Mediolanum è capofila.
Non è che con la battuta di Alfano sulle assicurazioni dei magistrati si affaccia un altro gigantesco conflitto d’interessi?
Dice Angelino Alfan,ministro, che i magistrati devono rispondere dei loro eventuali errori come fanno tutti: professionisti, dipendenti pubblici, pubblici funzionari etc.
Se è chiaro l’intento è di svilire l’immagine della magistratura, facendola scivolare dal piano dell’indipendenza d
Come magistrato ormai in pensione posso testimoniare che avevo contratto fin dai primi anni del servizio un’assicurazione per la responsabilità civile per un indennizzo fino a tre miliardi, senza attendere le riforme in ponte.
Certo è poca cosa rispetto agli importi che i maggiorenti aspirano a poter chiedere in risarcimento ai magistrati vittime di errori, ma volevo segnalare che il ministro non scopre alcuna nuova soluzione per i problemi della giustizia.
Sarebbe interessante condurre un’indagine sul punto dell’esistenza di contratti stipulati dai colleghi, anche in pensione, e rendere noti i risultati per contrastare coloro che sostengono l’impunità dei giudici prima della riforma proposta.