Sintesi e proposte emerse dal primo incontro
Nel corso della prima tavola rotonda del 29 febbraio, le relazioni di Emilio De Capitani, Ezio Perillo e Graham Watson hanno passato in rassegna gli aspetti salienti del Parlamento europeo nella costellazione istituzionale dell’Unione nel periodo dopo-Lisbona.
De Capitani ha introdotto il tema dell’evoluzione del Parlamento europeo in parallelo con la crescita dell’Unione europea in dimensioni e competenze a partire dalla caduta del muro di Berlino, mettendo in luce il fatto che una maggiore trasparenza tanto a livello legislativo che amministrativo è essenziale per il superamento del deficit democratico del sistema UE.
Ezio Perillo ha spiegato come, con il Trattato di Lisbona, il funzionamento dell’Unione europea debba fondarsi sulla democrazia rappresentativa (art.10 TUE) e il cittadino debba essere al centro delle politiche europee e del processo decisionale. Questo pone in una posizione di centralità il Parlamento europeo (e le sue forze politiche) nella definizione delle strategie, nell’adozione delle leggi europee e nel controllo democratico dell’intero sistema istituzionale UE.
Sir Graham Watson è intervenuto sulla base della propria singolare esperienza di Presidente di una Commissione parlamentare, di Presidente di un gruppo parlamentare e di Presidente di un partito europeo. Sulla base di tali esperienze, ha messo in luce quanto le strategie politiche prendano forma tanto nel Consiglio Europeo che nel Parlamento europeo, cercando di preservare allo stesso tempo la coerenza dei programmi politici (di centro, destra o sinistra) con gli interessi nazionali. Così, prima di ogni riunione del Consiglio europeo, i membri si riuniscono in riunioni preparatorie per affinità di famiglie politiche mentre, in seno al Parlamento, le famiglie politiche tengono conto del peso e delle esigenze delle delegazioni nazionali. Questa ibridazione delle esigenze politiche a livello del Consiglio e del Parlamento europeo permette a due istituzioni strutturalmente differenti di trovare comunque dei compromessi nella quotidiana pratica dei negoziati interistituzionali su testi legislativi che possono avere un impatto significativo nella vita dei cittadini.
Intervenendo dal pubblico, Roberta De Monticelli, alla luce delle guerre in atto in Ucraina e in Palestina, ha sollevato la questione della coerenza dell’azione UE con gli obbiettivi di promozione della pace e dei diritti fondamentali richiamati nel Trattato.
A parere degli oratori la questione mette in luce, purtroppo, una delle maggiori carenze dei Trattati attuali, che non prevedono una competenza (e quindi una responsabilità) dell’Unione europea in quanto tale ma solo una funzione di coordinamento, in particolare da parte del Consiglio europeo e dell’Alto Rappresentante delle azioni degli Stati in materia di difesa esterna. Misure di solidarietà sono in particolare possibili, ma solo su richiesta degli Stati membri. Per quanto riguarda il controllo democratico, il Trattato presume che questo avvenga da parte dei Parlamenti nazionali che controllano i rispettivi governi, mentre il ruolo del Parlamento europeo rimane estremamente limitato e può incidere solo in via indiretta attraverso il bilancio o le politiche interne attraverso le quali mettere in opera alcuni aspetti della Strategia di difesa UE. La specialità della politica di difesa UE si riflette anche nel ruolo limitato di controllo da parte della Corte di giustizia e nel fatto che la maggior parte delle iniziative prese dalla UE e dalle sue agenzie è spesso coperta da confidenzialità.
Il tema della politica di difesa esterna sarà oggetto di un incontro specifico il 21 Marzo 2024.
Proposte emerse dal primo incontro
In nome del principio di cooperazione leale fra istituzioni (art.13 TUE) e del proprio ruolo di co-legislatore e di autorità di bilancio, il Parlamento europeo dovrebbe pretendere dalle altre istituzioni e in particolare da parte del Consiglio europeo, del Consiglio e della Commissione:
- la definizione di un quadro strutturato di dialogo con Il Consiglio europeo nella messa a punto delle strategie dell’Unione europea la cui attuazione richieda l’adozione di misure legislative o rilevanti impegni finanziari;
- l’accesso diretto alle informazioni relative all’applicazione delle norme europee anche delegate o di esecuzione di cui é co-autore con il Consiglio. Il rifiuto o il ritardo ingiustificato di fornire le informazioni o la trasmissione di informazioni reticenti o errate dovrebbe essere sanzionato come avviene ad esempio per il Congresso USA;
- la Presentazione da parte della Commissione di proposte legislative formali a seguito di una iniziativa della Plenaria ai sensi dell’art.225 del TFUE (promessa dalla Presidente della Commissione VDL ma mai applicata);
- la possibilità di promuovere il voto del Consiglio su una proposta legislativa (alla stregua del corrispondente potere del Consiglio di chiedere un voto da parte della Plenaria o del potere di iniziativa che il regolamento interno del Consiglio riconosce da decenni alla Commissione);
- la trasparenza dei negoziati legislativi, in particolare nella fase finale (trilogo).
Programma
Presentazione
Daniela Padoan
Scrittrice, presidente Libertà e Giustizia
La forza del cambiamento della società civile nelle politiche europee
Introduzione e moderazione
Emilio de Capitani
Già Segretario Commissione Parlamentare LIBE del Parlamento Europeo, Professore a contratto Università S. Anna di Pisa, componente del consiglio di Presidenza dell’Associazione Libertà e Giustizia
Quanto incide, l’Unione europea, sulla vita dei suoi cittadini? E perché è ormai essenziale una trasparenza del sistema?
Primo intervento
Ezio Perillo
Già giudice presso il Tribunale dell’Unione Europea
Il Parlamento europeo, sintesi democratica, legislativa e politica tra il ruolo dei cittadini, dei governi, degli apparati amministrativi e delle diplomazie nell’Unione europea
Secondo intervento
Sir Graham Watson
Già Presidente della Commissione LIBE del Parlamento Europeo, già Presidente del gruppo ALDE (PE) e del Partito Liberale Europeo.
Come si formano le strategie delle forze politiche in seno al Parlamento Europeo (nei gruppi politici, negli organi parlamentari e nei partiti politici europei)?