Riportiamo di seguito un articolo di Rossella Guadagnini pubblicato su Il Manifesto del 17 maggio 2023
L’azione militare di via Rasella del 23 marzo 1944 a Roma è stata finora studiata in base alle testimonianze dei gappisti che vi presero parte, pubblicate all’indomani della Liberazione fino ai giorni nostri. Una vicenda tornata agli onori delle cronache per via del giudizio espresso dal presidente del Senato, La Russa, che ha parlato di «una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza: quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle Ss, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia su cittadini romani, antifascisti e non». A via Rasella morirono 33 soldati del battaglione di polizia militare Bozen e due civili italiani (di cui un bambino di 12 anni), mentre altre quattro persone caddero sotto il fuoco di reazione tedesco. Il giorno dopo, 24 marzo, seguì senza alcun preavviso l’eccidio delle Fosse Ardeatine: 335 i prigionieri assassinati, estranei all’azione gappista, fra i quali dieci civili rastrellati subito dopo l’attentato.
RESTITUISCE ORA la memoria storica dell’evento il volume L’armata delle ombre. Gappisti e militari a via Rasella (Roma, 23 marzo 1944) di Carlo Maria Fiorentino – storico presso l’Archivio Centrale dello Stato – che traccia i contorni «di fatti importanti per la Resistenza romana, ma anche per quella italiana e dell’Europa occidentale», oltre che del ruolo e delle personalità dei suoi protagonisti (Leg editore, pp. 463, euro 20).
GLI APPARTENENTI ai Gruppi di azione patriottica (Gap) operavano nelle città inquadrando volontari armati, specializzati in colpi di mano, sabotaggi e azioni terroristiche. I militanti vennero detti «gappisti»; in seguito furono denominate Gap anche le unità partigiane cittadine, socialiste e azioniste. Costoro – spiega Fiorentino – sono stati «più numerosi e di diversa provenienza rispetto a quanto si sia ritenuto sino a oggi: un’armata delle ombre – per riprendere il titolo di uno dei primi e migliori romanzi sulla Resistenza francese». Attraverso un’interpretazione critica dei loro racconti e con l’ausilio di una imponente documentazione d’archivio – in gran parte inedita – il libro offre una più compiuta comprensione di quanto accadde. L’azione di via Rasella vide protagonisti oltre ai Gap centrali, anche altri soggetti politici e militari, nel momento in cui si riteneva prossimo lo sfondamento da parte degli Alleati dei fronti di Cassino e di Anzio.
DEGLI STESSI GAPPISTI si mette in luce «il percorso politico giovanile, caratterizzato dall’influenza culturale esercitata dall’opera di Benedetto Croce e dai contatti diretti con Giorgio Amendola, sottolineando le diverse relazioni sociali delle rispettive famiglie – in particolare con il Vaticano – che giocarono un ruolo di primo piano nei loro destini durante gli anni drammatici dell’occupazione nazista della capitale».
La presentazione del volume avverrà al Cenacolo della Fondazione Ugo La Malfa in via di Sant’Anna 13, a Roma, domani 18 maggio, ore 21. Ne parleranno con l’autore Luciano Canfora, Luciano Mecacci e Giorgio La Malfa.