In un momento tanto complicato e drammatico viene richiesto a ognuno di noi un impegno gravosissimo, quanto mai imprevisto, che comporta una assunzione di responsabilità personale a cui, per molti versi, eravamo in gran parte disabituati. Ci ha disabituati da un lato un individualismo a tratti feroce che ha impedito una visione globale dei problemi in una prospettiva di solidarietà sociale e, dall’altro, una politica povera di pensiero, di cultura e di ideali che ha cavalcato quest’onda devastatrice dello spirito ricercando il puro consenso elettoralistico per un “potere” fine a se stesso e alle proprie logiche che col bene comune (il “popolo” tanto citato ed esaltato!) ha ben poco a che fare.
Siamo chiamati in primo luogo a non perdere la lucidità di analisi per comprendere la complessa gravità di quello che ci sta accadendo e quali le conseguenze immediate e future. Forse non si poteva immaginare che da un pipistrello di una caverna dell’Asia si propagasse, in aereo e tramite distinti manager, un invisibile essere in grado di sconvolgere in pochi giorni il nostro mondo che pensavamo invincibile e ormai soggetto alle nostre scelte devastatrici (sfruttamento estremo delle risorse umane ed ambientali, disastro climatico, guerre, disuguaglianze sociali sempre più accentuate, ecc.), ma lo scenario di una possibile pandemia avrebbe dovuto essere ipotizzato da una politica minimamente accorta e previdente.
La nostra completa impreparazione mentale a un tale evento di fronte al quale non resta che chiudere tutto e tutti e la nostra conseguente complessiva insufficienza strutturale ad affrontarlo, ci dovrebbero far comprendere le profonde storture di fondo con cui questo mondo si è andato costruendo in modo particolare dopo l’avvento della globalizzazione ed il prevalere, in essa, della finanziarizzazione.
Quello che ci sta accadendo quindi è sconvolgente e potrebbe davvero diventare epocale se per il dopo sapremo investire non solo il denaro che pur sarà necessario per le economie. Si dovrà ripartire da una visione planetaria che, superando le logiche del profitto speculativo e della crescita senza misura, si ponga all’incrocio tra un rinnovato forte pensiero umanista che ridia centralità alla persona e alla sua socialità ed un pensiero scientifico proiettato alla salvezza e salvaguardia del nostro habitat. Se così non avverrà ed a prevalere sarà la logica del “padrone del vapore”, a pagare sarà, ancora una volta, solo “il popolo” ed a nulla sarà valsa anche questa tragedia.
Nello specifico del nostro paese, colpisce che nell’occhio del ciclone vi sia proprio la Lombardia, paradigma della economia, della finanza, della produzione e simbolo del benessere. Che la cosiddetta eccellenza anche nel campo della sanità sia collassata mi sembra possa essere il segnale che forse non è poi così vero che è stata strutturata nel migliore dei modi per rispondere ai bisogni fondamentali della maggioranza di chi vi deve ricorrere e tanto più in casi eccezionali come questo.
Come segno dei tempi, ho immaginato che ai tanti evasori fiscali (i furbetti) che oggi hanno bisogno di cure, venisse richiesto al momento del ricovero, assieme alla tessera sanitaria, la dichiarazione dei redditi facendo notare che, per quello che hanno contribuito, avrebbero diritto tuttalpiù a sedersi sulla panchina di fronte all’ospedale e che se potevano invece entrare e curarsi comunque (nelle strutture “pubbliche”!), come è giusto che avvenga, lo devono ai “fessi” che le tasse le hanno pagate.
Sempre attraverso l’immaginario, ho visto i politici che hanno in questi decenni privilegiato in tutti i modi la sanità privata e indebolito (e depredato) quella pubblica con tagli di bilancio, chiusura di ospedali, riduzione dei posti letto, insufficienza di personale medico e infermieristico oltre che di materiale (non ci sono le mascherine per proteggere chi sta rischiando la vita per noi!), smettere la loro arroganza e chiedere scusa al “popolo” che hanno tradito.
Ho visto ancora quei politici di ogni parte che hanno approvato bilanci costruiti sulle logiche di mercato e non sui bisogni della popolazione, assegnando miliardi per l’acquisto di caccia bombardieri e negando finanziamenti adeguati alla sanità, alla scuola e alla ricerca, scomparire per sempre dalla scena pubblica evaporando come le scoregge. A tutti noi l’augurio che l’emergenza finisca al più presto e possa iniziare una fase di novità per un mondo futuro a misura d’uomo.
La Gazzetta di Mantova, 7 aprile 2020
*L’autore è socio di Leg a Mantova