L’Anpi convoca sabato a Bologna tutta la sinistra, dal Pd a Leu, le associazioni, i sindacati, con una manifestazione nazionale dal titolo “Contro i fascismi”. Sul tavolo, 300mila firme che saranno consegnate a Sergio Mattarella per chiedere lo scioglimento di tutte le associazioni neofasciste. Ma sullo sfondo resta la preoccupazione per la crisi istituzionale ed economica di queste ore, e per gli attacchi subiti dallo stesso Capo dello Stato. Ne parla, alla presentazione dell’iniziativa, il presidente di Libera Don Luigi Ciotti.
Don Ciotti, potrebbe ancora nascere un governo Lega e Movimento 5 Stelle. Lei si augura la nascita di questo esecutivo?
“Non è mio compito entrare nel merito di questo. Io dico: ben venga chiunque a patto che rispetti la nostra Costituzione, mettendo al centro i bisogni reali delle persone. Chi ha un ruolo politico deve capire dove sta la fatica, la fragilità, la povertà. Deve saper riconoscere il male e non voltarsi dall’altra parte, ma chiamarlo per nome. Ben venga chiunque riesca a mettere al centro la persona, e chiunque non dimentichi che l’inclusione è la via maestra del cambiamento”.
Teme che questa situazione di incertezza danneggi il Paese dal punto di vista economico e politico?
“Già oggi c’è una situazione di grande fragilità, e questo stallo contribuisce a renderla ancora più fragile. Sono passati tre mesi dal voto e a pagare sono sempre le fasce più deboli. In attesa di alcune riforme e alcune leggi. Le leggi non bastano, ma sono importanti per dare strumenti per affrontare una situazione che non è semplice e non è facile. Soprattutto serve un risveglio delle coscienze da parte di tutti”.
Salvini ha detto che se fosse diventato ministro degli Interni si sarebbe occupato da subito di sicurezza, migranti e mafia. Lei che ne pensa?
“Dipende da come avrebbe affrontato i problemi. Mi fa piacere che qualcuno si occupi della mafia, visto che nessuno in campagna elettorale ne aveva parlato perché era scomodo. Il tema della sicurezza è trasversale, ma dipende da come traduci tutto questo”.
Il presidente Sergio Mattarella è stato duramente attaccato per non aver dato via libera domenica sera all’esecutivo M5S-Lega. Come giudica gli attacchi che ha ricevuto?
“Io difendo l’articolo 92 della Costituzione e la sentenza della Consulta che gli dà il diritto di persuasione. Il presidente è una persona seria, ha pagato sulla sua pelle un prezzo non indifferente nella sua vita ed è un uomo che ascolto molto. Ha compiuto un atto faticosissimo per il bene del Paese. Io spero si possa trovare un modo di superare tutto questo. C’è bisogno che ci diamo una mossa di più tutti. Infondo, a tradire la Costituzione non è stato Mattarella, siamo stati anche noi: c’è chi freme per i cambiamenti, e noi avremmo dovuto lottare di più per loro in questi anni. Il vero regime oggi è quello che nasce dall’anestesia della coscienza”.
La manifestazione dell’Anpi chiede lo scioglimento delle associazioni neofasciste. Il fascismo è ancora un pericolo in Italia?
“Ben venga la severa applicazione della legge Scelba e della legge Mancino, ma le leggi non bastano. Il risveglio del fascismo sorge dalla paura di molti e il rischio c’è. Queste associazioni non sono solo folclore o nostalgia. Oggi la democrazia è pallida e malata. E tutti noi dobbiamo prestare più attenzione anche alle parole, perché e parole sono azioni e responsabilità. Basta che pensiamo all’imbarbarimento del linguaggio, alla pratica dell’insulto. Credo che tutti abbiamo sofferto quando hanno detto a Mattarella “hanno ucciso il fratello sbagliato”. Ecco le parole sono azioni e dovrebbero essere sempre essere azioni di vita”.
la Repubblica, 30 maggio 2018