La Repubblica che ricordo io

21 Gennaio 2018

Sandra Bonsanti Presidente emerita Libertà e Giustizia

Sono molto triste per tutto quello che succede a Repubblica.

Per una lunga parte della mia vita di giornalista è stata il mio posto di lavoro, di crescita democratica, di splendida libertà professionale. Anni tremendi per tutti: dal 1981 al 1994 a Repubblica. E dal 1996 al 2003 al Tirreno.

Conosco bene i protagonisti dello scontro attuale, la loro storia, ciò che li ha sempre visti d’accordo e le profonde differenze. Non prendo parte, non ci sono i sempre buoni e i sempre cattivi.

All’interno del giornale ho anche avuto un ruolo nel comitato di redazione. Il mio pensiero va ora ai colleghi che non ci sono più, che con il loro coraggio hanno reso Repubblica uno dei giornali più importanti del mondo.

Grazie a loro e grazie a chi ci ha permesso di essere sempre liberi. Vorrei che non finisse così, che potessi tornare con gioia ogni mattina a comprare e a leggere il giornale. Senza temere di esser presa dalla malinconia che da tempo invece mi prende.

Nata a Pisa nel 1937, sposata, ha tre figlie. Si è laureata in etruscologia a Firenze e ha vissuto per molti anni a New York. Ha cominciato la sua attività professionale nel 1969 al “Mondo” con Arrigo Benedetti.

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