Anna Falcone e Tomaso Montanari, promotori di Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza, rinnovano l’appello alle forze e ai soggetti della sinistra non Pd a andare avanti in un processo di riaggregazione.
L’appello parte dall’analisi del voto regionale in Sicilia: “La vittoria delle destre e la sconfitta cocente del Pd dimostrano come sia definitivamente tramontata una stagione politica fondata su un centro-sinistra che, avendo imitato la destra, è stato inevitabilmente superato dall’originale. È per questo che il Pd di Renzi non ha più i numeri, né la credibilità, per porsi come interlocutore politico a sinistra”.
“Il risultato della Sinistra e di Claudio Fava è il primo dei ‘Cento passi’ che abbiamo davanti, ma non basta. L’obiettivo che ci siamo prefissi, fin dal 18 Giugno, per le prossime elezioni e per la stagione che si dovrà aprire a partire da esse, è creare uno spazio pubblico in cui confrontarsi tutti, per unire le forze in un progetto politico più grande della somma dei singoli pezzi”, continuano Falcone e Montanari.
“Per questo – aggiungono promotori di Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza – rilanciamo con forza l’obiettivo di una lista unica, civica e di Sinistra, che trovi solide basi in un programma innovativo e senza compromessi, in un metodo trasparente e condiviso per la scelta di candidati e leadership. Un progetto che parli delle persone, delle loro priorità, delle loro vite, del diritto a costruire insieme un mondo nuovo, più giusto e più uguale”.
L’appello “è solo il punto di partenza per un percorso che dovrà immediatamente allargarsi a tutte le forze che vorranno condividerlo e migliorarlo (a partire dall’Altra Europa e da Rifondazione Comunista), e che dovrà darsi regole chiare per le decisioni assembleari su programma, leadership e candidature”.
“E’ il tempo del coraggio, non della paura. Le persone non aspettano altro: tornare ad essere protagoniste di una nuova stagione politica, di un nuovo ‘umanesimo sociale’ fondato sul primato della dignità e dei diritti sui mercati e sui poteri economici. Il momento è, più che mai, adesso”, concludono.