Una domanda al M5S in Sicilia: anche voi?

26 Agosto 2017

La politica è certamente responsabile per le migliaia di villette sul mare in Sicilia ma non perché, come dice Di Maio, la gente “senza piano casa e piani di zona” è stata costretta a costruire come poteva. La vasta maggioranza dei casi di questo abusivismo è il risultato di uno scambio elettorale tra cittadini cui è stato consentito di fare quello che volevano e partiti, specialmente Democrazia Cristiana e Forza Italia, che hanno fatto finta di non vedere. Che adesso chilometri di spiagge meravigliose siano chiuse da interi villaggi illegali non è altro che un effetto “urbanistico” della politica clientelare. Le cui ferite si vedono benissimo anche nei centri storici stravolti, deturpati, di una Sicilia antica fatta scomparire un pò di più a ogni elezione.

Questa sconcertante idea di Di Maio, tragicamente preceduta da analoga dichiarazione del candidato alla presidenza Cancellieri, ci pone la questione di cosa intende fare il M5S in Sicilia. Il problema siciliano è l’immane blocco conservatore-burocratico, interpartitico, che domina Palermo, distribuisce risorse in modo arbitrario, trascura il resto dell’Isola come se non esistesse, rende ostili le istituzioni regionali al cittadino comune, opprime culturalmente i pezzi più dinamici della società, privatizza ricchezze pubbliche, crea problemi ad arte perché ha già soluzioni che gli convengono e nei momenti critici lancia “rivoluzioni” come brevi febbri elettorali del sistema. L’abusivismo delle villette è una conseguenza storica di questo blocco conservatore-burocratico. Il M5S in Sicilia vuole romperlo o vuole farne parte?

 

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