Roma. “Ricordo Alfredo poco più di un anno fa, seduto di fronte alla mia scrivania, in casa editrice, con in mano la bozza della copertina del suo ultimo libro, ‘La mia Italia’”. A parlare così è l’editore Carmine Donzelli.
“Nel sottotitolo -mi disse con un tono che non ammetteva repliche- ci voglio l’espressione ‘la bellezza della politica’. Che la politica sia una cosa bella è quello a cui ho sempre creduto, da quando facevo il partigiano”.
“La bellezza della politica -sottolinea, a sua volta, Donzelli- che terribile azzardo. Che meravigliosa speranza”.
Per comprendere chi fosse Alfredo Reichlin, in effetti, può essere utile leggere “La mia Italia”, che non è solo l’ultimo libro da lui scritto, risalente ormai al 2015, ma anche il testamento laico di un politico di razza. Racconta la sua lunga vita di militanza nel Pci e nella sinistra italiana, una storia che comincia con gli attentati e la lotta armata nella Roma occupata dai nazisti e attraversa tutte le complesse vicende della storia repubblicana.
Dalle esperienze a fianco del bracciantato pugliese negli anni del dopoguerra agli appassionati interventi ai congressi e ai comitati centrali del partito comunista; dalla direzione dell'”Unità” al lavoro -fianco a fianco- con Enrico Berlinguer, nella segreteria del partito; dalla riflessione sulla catastrofe del comunismo alla fondazione del Partito Democratico.
Ma questo testo, il cui sottotitolo -non a caso- è “La Repubblica, la sinistra, la bellezza della politica” è soprattutto una riflessione sulla politica, la “grande politica”, di cui è difficile oggi ritrovare le tracce. È un ragionare “sul compito che spetta a ciascuno per la difesa del bene comune”, una mobilitazione delle coscienze in nome di un impegno morale, nel suo significato più laico, senza tuttavia fare una ‘predica’ ai giovani. Dal momento che Reichlin non nasconde errori, tragedie e fallimenti della vecchia generazione della sinistra italiana.
(*) Si è spento Alfredo Reichlin. Il 23 marzo la camera ardente e, a seguire, la commemorazione nella Sala della Lupa a Montecitorio